Parcheggio Sanzio, lavori al via a dicembre A capo il principe indagato in Expo 2015

I lavori inizieranno con ogni probabilità nel dicembre 2014. Da superare ormai ci sono gli ultimi ostacoli burocratici legati alle procedure di finanziamento da parte delle banche. Poi Catania vedrà nascere il parcheggio interrato Raffaello Sanzio. Il secondo, dopo quello di piazza Europa, inizialmente previsto nella lista dei 21 punti di sosta pensati dall’ex sindaco Umberto Scapagnini con la benedizione di Silvio Berlusconi che gli concesse, a cavallo del nuovo millennio, il ruolo di commissario speciale per l’emergenza traffico. Il progetto prevede 1080 posti auto e 40 per i bus, da realizzare in project financing per un costo complessivo di 39 milioni di euro di cui 15 finanziati dalla regione Sicilia. Ad occuparsi dei lavori e della gestione sarà la Catania parcheggi spa, con sede a Palermo, appositamente costituita nel 2013 e formata per l’1 per cento dal Consorzio Cooperative Ciro Menotti con sede a Ravenna e per il 99 per cento dalla palermitana Final Spa. Le due ditte, secondo il progetto originario, dovrebbero occuparsi anche di risolvere il nodo della viabilità tra la vicina via Vincenzo Giuffrida e viale Sanzio.

Al vertice della Catania parcheggi spa, nel ruolo di amministratore unico, Filippo Lodetti Alliata, imprenditore dal sangue blu – da parte di madre – originario del capoluogo siciliano. Lodetti, 39 anni, sposato con Giorgia Iasoni, ex presidente dei giovani di Confindustria dell’Emilia Romagna, ha fatto dei parcheggi il suo business principale. Da Piacenza ad Alessandria, passando per Caltanissetta, con la gestione della sosta all’ospedale Sant’Elia, fino a quello di Reggio Emilia. La grande opera interrata nel centro storico della città emiliana, voluta dall’allora sindaco Pd e oggi sottosegretario Graziano Delrio, è però finita al centro delle polemiche dopo la nascita del comitato No Vittoria Park, che ha bollato l’operazione come «una speculazione priva di interesse pubblico». E non solo. La procura di Reggio Emilia, quando viene pubblicata la notizia dell’indagine per l’Expo 2015 di Milano, in cui Lodetti viene coinvolto, ha acquisito nella sede della Reggio Emilia parcheggi spa le carte della società Final.

Gli affari di Lodetti, infatti, nell’ultimo anno si sono allargati anche all’Expo 2015 di Milano. L’imprenditore è finito nella lista degli indagati, accusato di aver tentato di ottenere i lavori in modo illecito, insieme a quella che è stata ribattezzata dagli inquirenti la «cupola bipartisan degli appalti». Rapporti tra politici e imprenditori nati – nell’ipotesi dei magistrati – con l’obiettivo di pilotare i bandi milionari dell’evento. Ad essere coinvolti personaggi più o meno noti della storia politica e giudiziaria italiana. Imprenditori e politici tra cui il «compagno G», Primo Greganti, l’ex segretario della Dc lombarda Gianstefano Frigerio, l’intermediario ex Udc e poi berlusconiano Sergio Cattozzo oltre ad Angelo Paris, responsabile ufficio contratti Expo 2015 che, secondo il gip Fabio Antezza, avrebbe, «in cambio di protezione politica e avanzamenti di carriera, assicurato un trattamento preferenziale alle imprese di riferimento dell’associazione». Tra queste, anche la Final spa amministrata da Lodetti che avrebbe ricevuto alla fine del 2013 informazioni dettagliate via email relative al bando di gara prima ancora della sua pubblicazione ufficiale ad aprile 2014. Da valutare c’era la convenienza della partecipazione e l’eventuale predisposizione di una offerta idonea a vincere l’appalto.

«Io gestisco città, intere città». Il 7 gennaio 2014 le microspie degli investigatori intercettano la voce di Filippo Lodetti, impegnato in un pranzo al ristorante il Giglio Rosso di Milano, con Angelo Paris e Sergio Catozzo. L’obiettivo era la ricerca del «partner perfetto» per partecipare alla gara.  «Ci vuole – spiega ai suoi interlocutori Lodetti – Arval per le auto, Apcoa per la sosta e il trasportatore per la parte sia passeggeri che non [..], Apcoa sono il gestore». La multinazionale americana – che in Europa gestisce 7.413 parcheggi per 1,3 milioni di posti auto – è infatti tra i partner principali di Final spa e in Italia ha sede anche a Ragusa, dove si occupa della gestione delle strisce blu con l’utilizzo di parcometri. Durante il pranzo intercettato dagli investigatori, Lodetti, Paris e Catozzo predispongo, secondo gli inquirenti, anche un preciso piano per far riuscire a far vincere la gara all’imprenditore amico. «Secondo me va deserta», spiega Lodetti, da qui la prospettiva di Cattozzo per una aggiudicazione con «trattativa privata».

Ma all’interno della Catania Parcheggi spa, Lodetti non è l’unico ad avere problemi giudiziari. Nel consiglio d’amministrazione della società ci sono anche i nomi del commercialista palermitano Giancarlo Ciacciofera, imputato in uno stralcio del processo riguardante il crac del gruppo Miraglia e con lui il professore Carlo Sorci a cui viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta nella stessa inchiesta. Ancora prima, quella dell’affare del parcheggio Raffaello Sanzio è una vicenda finita anche al centro dell’inchiesta antimafia Iblis. A vincere inizialmente l’appalto era stato il raggruppamento d’imprese guidato dall’imprenditore ennese Mariano Incarbone, oggi condannato in appello per concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto a disposizione del boss di Cosa nostra Vincenzo Aiello. Insieme a Icob nel 2007, all’interno dell’associazione temporanea d’imprese, c’erano anche Coesi e la stessa Final su cui però non c’è mai stata nessuna indagine o contestazione. Nel 2010, dopo l’emergere della vicenda giudiziaria, Icob e Coesi si fecero da parte per fare spazio ad altre due società, Gidi e Geco in cui però rientrava lo stesso Incarbone. L’avvicendamento ultimo, infine, con l’inserimento del Consorzio emiliano Cesare Menotti insieme alla già presente Final spa, riunite nella società Catania Parcheggi spa.


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Dovrebbe partire entro fine anno la costruzione del secondo parcheggio interrato dei 21 progettati dall'allora sindaco Scapagnini. Un appalto dal passato giudiziario turbolento, adesso affidato a una società al 99 per cento della palermitana Final spa. Impresa già nota perché coinvolta, con il suo amministratore unico Filippo Lodetti Alliata, nell'indagine sull'esposizione milanese per il modo poco limpido in cui avrebbe tentato di ottenere l'incarico

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