Parcheggi, tutti i progetti dal 2002 a oggi Tra varianti, contenziosi e patate bollenti

Pensati nel 2002 dall’allora sindaco Umberto Scapagnini, dei nove progetti di aree di sosta interrate ne è stato realizzato solo uno: il parcheggio Europa. Dopo sei anni di vicende giudiziarie che hanno riguardato quattro appalti in project financing ma che, nei fatti, hanno bloccato tutti i cantieri. Su cosa sarà degli altri otto il sindaco Enzo Bianco non si è ancora pronunciato. Anche se, nelle riunioni a Palazzo degli elefanti, sembra aver ammesso apertamente di preferire lasciare cadere la questione avviata dai suoi predecessori. Il problema, fanno rilevare i tecnici comunali in una relazione dello scorso anno, è che le convenzioni gestione 40ennale e il 15 per cento di spazio adibito ad attività commerciali – con le aziende private sono intatte. E il rischio è di ricevere richieste di risarcimento milionarie per le opere non realizzate. Il cui iter, intanto, si fa sempre più complesso. Eccone una panoramica.

Parcheggio Sanzio: con 1240 posti su tre livelli, sarebbe dovuto costare 25 milioni di euro, finanziati in parte dalla Regione – con un decreto ormai scaduto, di cui si attendeva il rinnovo – e in parte dai fondi europei a tasso agevolato Jessica. I lavori sarebbero dovuti partire lo scorso anno ma, dopo un ritardo iniziale, è stata la stessa amministrazione a bloccare tutto, a seguito degli esposti del gruppo Argo Catania e dell’inchiesta di MeridioNews sulla titolarità del 99 per cento dell’appalto da parte di Filippo Lodetti Alliata, imprenditore dal sangue blu, re dei parcheggi, indagato per gli appalti a Expo 2015.

Parcheggio Verga: con 800 posti su tre livelli, il progetto da circa 35 milioni di euro prevede anche lo spostamento della fontana dei Malavoglia. Il piano, inoltre, andrebbe modificato su richiesta del tribunale che avrebbe bocciato la zona di sosta di fronte l’ingresso del palazzo di Giustizia, ma sarebbe interessato «a che una parte del parcheggio venga riservato ai magistrati e collegato al palazzo con un tunnel interrato e riservato». A occuparsi della realizzazione avrebbe dovuto essere il consorzio Uniter, lo stesso dei lavori per la metropolitana etnea. Oggi monco, dopo il fallimento della Sigenco fondata da Santo Campionescomparso lo scorso giugno, ex braccio destro dell’imprenditore Mario Rendo considerato dal giornalista Giuseppe Fava uno dei «quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa».

Parcheggio Africa: 600 posti auto per un valore di quasi 20 milioni di euro, il progetto andrebbe rivisto «per uno spazio interrato che interferisce con la linea della metropolitana». Anche in questo caso, a occuparsene sarebbe dovuto essere il consorzio Uniter, oggi trainato per lo più dalla Tecnis di Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, impegnata nei lavori per la nuova darsena al porto etneo.

Parcheggio Lupo: da 400 posti per un totale di quasi 13 milioni di euro, avrebbe dovuto essere realizzato dalla famiglia Virlinzi – con la partecipazione dei Ciancio -, come l’area di sosta in piazza Europa. In questo caso, però, la convenzione prevederebbe – oltre alla realizzazione dell’opera e alla concessione per 40 anni – anche 600 stalli a raso nei dintorni, da sottrarre alla società partecipata comunale Sostare, in cambio dell’assenza di attività commerciali nel progetto. E non si tratterebbe dell’unica patata bollente per il sindaco Bianco. «Realizzare il parcheggio significa demolire la palestra di piazza Lupo», scrivono i tecnici comunali. Spazio oggi occupato e gestito da un gruppo di cittadini.

Parcheggio Umberto: da 400 posti auto per un totale di quasi sette milioni di euro, lo scorso anno l’associazione temporanea di imprese – formata da Lo re Carmelo srl e Co.Edil srl – «ha manifestato l’intenzione di chiedere i danni per la mancata consegna dei lavori già nel 2005», considerato che il progetto non era tra quelli indagati dai magistrati.

Parcheggio Cavour: un investimento da quasi otto milioni per un’area di sosta da 500 posti, che ha già un contenzioso aperto con l’amministrazione per circa due milioni di euro. «Perché i luoghi non corrispondevano più al progetto originario appaltato e occorre effettuare una bonifica del terreno vicino all’ex distributore di benzina (da farsi a carico dell’amministrazione)». Procedura fino allo scorso anno bloccata dall’avvocatura comunale. Protagonista della vicenda, secondo la relazione dei tecnici comunali, è ancora il consorzio Uniter insieme al gruppo Maltauro, noto per i rilevanti investimenti a Catania e in Sicilia e spesso sotto la lente dei magistrati per le possibili infiltrazioni mafiose. Attenzione sfociata lo scorso anno con l’arresto di Enrico Maltauro nel primo filone dell’indagine Expo a Milano.

Parcheggio Asiago: con 300 posti auto e un costo che sfiora i quattro milioni, per dare seguito al progetto servirebbe una variante urbanistica che permetta di spostare l’area di sosta verso piazza Ariosto e via Leopardi. Ma di fronte alle difficoltà burocratiche e al «netto rifiuto da parte degli abitanti», sono gli stessi tecnici comunali a sconsigliarne la realizzazione.

Parcheggio Lanza: con un progetto da 20 milioni per 400 posti, a imporre una riduzione degli spazi di sosta sarebbe stata in questo caso l’amministrazione penitenziaria, titolata a rilasciare la propria autorizzazione per la presenza del carcere. Prescrizioni che però «stanno vanificando alle imprese la convenienza economica», scrivono i tecnici comunali. Imprese capeggiate, all’epoca del project financing, da Luigi Rendo, figlio del già citato cavaliere del lavoro Mario Rendo; Claudio Capostagno e Vittorio Casale, accusati di bancarotta fraudolenta per la gestione di due sale bingo etnee. Un’accusa non nuova per l’immobiliarista massone Casale.


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