Pantelleria, lettera di quattro grillini ‘dissidenti’ ai parlamentari del Movimento 5 Stelle

SONO STATI MESSI FUORI DAL MEET UP. MA NON SI ARRENDONO. LE LORO PRECISAZIONI

Il linguaggio che utilizzano ricorda un po’ quello in voga in Francia dopo la Rivoluzione. Soprattutto quando Massimiliano Reggiani, Giovanni Battista Belvisi, Massimo Bonì e Simone Roscio si rivolgono ai parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle che si sono recati in visita a Pantelleria. Li chiamo, infatti “Cittadini Onorevoli”…

I quattro grilli – o ex grillini, visto che ancora non abbiamo capito se fanno ancora parte del Movimento 5 Stelle – hanno scritto una lettera ai parlamentari grillini.

“Questo – scrivono – è il nostro saluto e il nostro benvenuto a Pantelleria, dato un gruppo di Cittadini panteschi che si riconoscono nel Movimento ma che non appartengono più al MeetUp di Pantelleria, chi per espulsione, chi per dimissioni date in segno di protesta alla gestione della Democrazia interna al gruppo”.

“E’ un saluto accompagnato da una serie di richieste – prosegue la lettera -: Cittadini, prestate attenzione anche ai tanti argomenti che saranno fuori dal coro delle situazioni ufficiali che vi saranno presentate. Argomenti che sono importanti per la realtà di Pantelleria, anche se non sono stati votati come temi importanti e graditi”.

“Il porto di Pantelleria – scrivono i quattro – che è diverso sia dal progetto che dalle carte nautiche: un porto dove si ormeggia senza sicurezza, dove si attracca in banchine non collaudabili, dove i privati nel silenzio generale costruiscono abusivamente lucrosi posti barca, dove manca un progetto generale del Porto e quello che è stato costruito ha perduto uno specchio acquaio pari a tre campi di calcio, perché imbasato rispetto ai progetti originari”.

Insomma, il progetto per la realizzazione del nuovo porto, a quanto pare, o era sbagliato, o non è stato rispettato. Risultato: un grande casino e una riduzione dell’area dove dovrebbero trovare riparo le imbarcazioni. Per la cronaca, i lavori del porto di Pantelleria sono un esempio di opera pubblica del vecchio Sud Italia: si sa quando inizia, ma non si capisce quando finirà: tant’è vero che i lavori vanno avanti dagli anni ’70: appalti eterni…

“La gestione del territorio – scrivono sempre i quattro grillini o ex grillini – dove un piano particolareggiato del centro sembra non coordinarsi al PRG e a quello del Porto e gli strumenti urbanistici si sovrappongono a vincoli di tutela senza coordinamento né possibilità di sviluppo. Un territorio che frana a mare mettendo a rischio la vita di residenti e villeggianti nel silenzio dell’Amministrazione che disapplica totalmente le norme a tutela della sicurezza”.

Quindi la stoccata sulla follia di un’isola che, pur avendo a disposizione la possibilità di utilizzare energie alternative, dal vento (Pantelleria è conosciuta anche con il nome di “Figlia del vento”) al sole, fino all’energia geotermica, continua a bruciare idrocarburi inquinando l’ambiente. “Un’isola – scrivono i quattro – che continua a bruciare idrocarburi per produrre un’energia malata ma ottiene riconoscimento al proprio impegno contro le emissioni di CO2 tralasciando di sviluppare le risorse pulite del geotermico”.

“Un’isola che ha bisogno di attivismo a Cinque Stelle – concludono i grillini ‘ribelli’ – e di contributi, tecnici, anche se tacciati come dissenzienti, ma importanti per guardare all’ambiente, alla sostenibilità ed al futuro della nostra piccola isola, Pantelleria. Facciamo di quest’ambiente un bell’ambiente!”.

 


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