Undici metri di gioia per il Palermo. Rende l’idea, quest’allegoria, se proviamo a sintetizzare con un’immagine la vittoria casalinga dei rosanero contro il Latina nella prima giornata di campionato. Un successo, con il punteggio di 2-0, maturato grazie a due calci di rigore trasformati al 33’ del primo tempo e a pochi istanti dal triplice fischio finale rispettivamente da Floriano e Soleri. Anche se il primo penalty (costato l’espulsione di Marcucci per fallo da ultimo uomo ai danni di Brunori abile ad approfittare di un errore della retroguardia nerazzurra) non è coinciso con le battute iniziali del match, nel contesto della partita di ieri contro la compagine guidata dal grande ex di turno Daniele Di Donato – salutato tramite uno striscione esibito all’esterno del Barbera e applaudito dal pubblico sia al momento della lettura delle formazioni sia nel post-partita durante il quale il presidente Mirri lo ha omaggiato con una maglia – i due rigori possono essere visti come le estremità di un segmento che sul terreno di gioco i rosa hanno delineato in maniera tutto sommato regolare. Una traccia ‘decisa’ al netto di qualche imperfezione come l’errore su un retropassaggio di Peretti che al 66’ ha messo il neo-entrato Jefferson a tu per tu con Pelagotti, graziato poi dall’attaccante brasiliano che ha colpito il palo.
La cosa più importante era partire con il piede giusto ottenendo i primi tre punti della stagione, e da questo punto di vista il traguardo è stato centrato, ma nell’arco dei 90 minuti la squadra ha ‘riempito la scatola’ offerta dalla partita anche con piccole sbavature. Davanti a 6091 spettatori compresi i 2500 abbonati – e a proposito di pubblico, con una nota a parte dedicata agli ultras che anche ieri hanno tifato e intonato cori nelle ore che hanno preceduto l’incontro marcando visita invece durante il match in linea con il contenuto degli striscioni Ripartiamo dalla fine…distanti ma presenti e Green pass per entrare. Cambi colore, continui a vietare esposti all’esterno dello stadio, va detto che in giornata il club aveva annunciato sui social il sold-out in merito agli abbonamenti sottoscritti – al cospetto di un avversario più debole ma bene organizzato il Palermo ha inserito nel suo ‘contenitore’ diverse cose positive e qualche scarabocchio. Il merito degli uomini di Filippi, in campo inizialmente con un 3-4-2-1 con Floriano e Dall’Oglio (all’esordio con la maglia rosa dal primo minuto) sulla trequarti a supporto di Brunori e successivamente con un 3-4-1-2, è stato quello di ‘recuperare’ soprattutto gli aspetti accompagnati dal segno più: intensità, voglia di vincere (da sottolineare, a questo proposito, la grinta e la grande generosità del capitano De Rose che più di una volta ha rincorso gli avversari dando un contributo importante al reparto difensivo), velocità e spesso anche qualità nella trasmissione del pallone. Con la prima fila, focalizzando l’attenzione sui giocatori candidati alla palma di migliori in campo, occupata in questo caso dall’esterno sinistro Giron, particolarmente ispirato sulla sua corsia di competenza, e l’attaccante Brunori che pur non essendo entrato nel tabellino dei marcatori si è messo in evidenza con un gran lavoro e movimenti funzionali alle esigenze del fronte offensivo.
Prevalenza delle note positive? La squadra svolterà nel momento in cui valorizzerà queste risorse con maggiore continuità durante la gara e riuscirà, soprattutto, a eliminare delle lacune ancora visibili nel percorso di crescita di questo gruppo. Eccessiva frenesia – legata forse anche ad un po’ di emozione riconducibile alla presenza e al ritorno sugli spalti di un pubblico caloroso – errori di misura in fase di impostazione e mancanza di cinismo sono imperfezioni da potere anche mettere in preventivo in questa fase della stagione in cui le squadre sono ancora in rodaggio ma anche dei campanelli d’allarme che meritano attenzione. Non avere chiuso la partita sbagliando nella ripresa diverse occasioni poteva costare caro. Poi ci ha pensato Soleri, subentrato nel secondo tempo a Brunori, a mettere nei minuti di recupero il punto esclamativo ma se gli eventi avessero preso una piega diversa avremmo potuto commentare adesso un altro risultato. E non vincere il match di ieri per una banale disattenzione (il riferimento è all’errore di Peretti e al gol fallito clamorosamente da Jefferson a cui va aggiunta subito dopo una chance non sfruttata da Sane) contro un Latina in inferiorità numerica per circa un’ora sarebbe stato davvero imperdonabile.
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