Migliaia di studenti hanno oggi riempito strade e piazze del centro di Palermo, portando, se non altro unaria di giovialità, denergia e di speranza in una città che di speranza ne ha bisogno. E molta. La manifestazione è stata organizzata dagli studenti medi palermitani allinsegna del confronto democratico e pacifico.
Nessuno scontro, nessuna provocazione. Sono stati gli stessi studenti a mettere a tacere le frange violente con il proprio servizio dordine e la propria organizzazione, emarginando quei gruppuscoli, limitatissimi, che qualche giorno fa cercarono ripetutamente lo scontro con la polizia.
Molti gli istituti presenti: i licei della Palermo bene come il Garibaldi, il Cannizzaro, il Meli, insieme al Parlatore, ai licei artistici, al triste e coraggioso liceo Umberto, ancora scioccato per le terribili vicende purtroppo accadute a una loro compagna di scuola alcune settimane fa. (a sinistra, studenti di Palermo in piazza. Foto tratta da urbanpost.it)
La manifestazione ha avuto un momento finale, topico, commovente, in Piazza Pretoria, dove il sit-in è durato pochi minuti ma intensi. Slogan contro i tagli indiscriminati ad una scuola già in ginocchio, proteste verso un governo che, autolesionisticamente, favorisce la scuola privata, parole scritte e gridate contro quel decreto Aprea, simbolo della cecità delle istituzioni e del Gverno di oggi e dellobliterazione immediata del futuro di unintera nazione.
Abbiamo seguito il corteo principale e poi chiesto direttamente agli studenti per cosa sono scesi in piazza. Ci ha fatto piacere, innanzitutto, sapere che il nostro giornale è conosciuto dagli studenti palermitani. Ma ci ha fatto piacere soprattutto vedere, scoprire, o confermare, la grande maturità degli intervistati. Volutamente, non abbiamo intervistato i capi o gli studenti più in vista, ma gli studenti più defilati: come i cittadini comuni, vogliamo ascoltare anche gli studenti comuni.
Quattro ragazze del liceo Artistico Almeyda, colorite e colorate, ci informano sulla situazione della loro scuola: drammatica. E confermano il sentire generale: protesta per avere un futuro, per evitare ulteriori, pesanti tagli alla scuola pubblica, per costruire, insieme alla nostra generazione, quella dei loro genitori, una scuola che sia almeno decente.
Mi sento colpevole e rispondo che anche io alla loro età ho lottato. Ho rischiato anche io le manganellate di una polizia che allora era molto meno paziente: caricava e basta. E che forse, le nostre lotte, sono riuscite a salvare qualcosa: ad esempio, quei consigli di rappresentanza che i governanti di oggi vogliono cancellare. Ma tantè. Le nostre lotte di trenta e più anni fa non sono riuscite a salvare né la scuola, né il nostro futuro, che è già passato. (a destra, foto tratta da palermo.repubblica.it)
Come salvare dunque il loro futuro? Lassenza delle istituzioni continua, ma almeno loro ci sono. E con una maturità sconvolgente.
Altri quattro studenti del Liceo Garibaldi mi informano che sono passati ad una nuova forma di lotta: anziché loccupazione tradizionale la cogestione, insieme a genitori e docenti. Anche il Cannizzaro sta passando alla cogestione, ed è presente con una triste bara con su scritto il nostro futuro. Cè una consapevolezza disarmante, toccante.
E cè lassenza delle istituzioni. Mentre gli studenti scendono in piazza, il neo presidente della giunta della Regione siciliana, Rosario Crocetta, difende in conferenza stampa la scelta di mettere a capo della formazione professionale regionale una studentessa fuori corso, di 29 anni, che evidentemente non è stata capace di laurearsi dopo 11 anni di studi. Insomma, il segnale è chiaro e sciagurato: Studenti, non studiate, fate i politicanti, così avrete un futuro anche come assessore, soprattutto se siete pure politicamente piacenti.
Quindi le istituzioni ribadiscono che la scuola è inutile. E incitano, nei fatti, gli studenti a non lottare e a non studiare, mostrando, quali istituzioni, unimmaturità sconvolgente. Sono maturi invece gli studenti del Liceo Umberto, come gli altri in piazza, che rispondono con grande proprietà di linguaggio. Magari lavessero i nostri politici sedicenti rivoluzionari!
Alcuni fanno parte del gruppo degli anarchici e rivendicano una loro visione della lotta studentesca di oggi, sempre nel dialogo pacifico insieme agli altri. Hanno anche stilato un proprio volantino che dice qualcosa in più. Ma sempre nel solco della lotta per tentare di salvare la scuola pubblica a Palermo e in Italia: una battaglia nazionale, anzi europea.
Nel frattempo, si sentono le voci del gruppo durto, pacifico, sintende: gli studenti degli istituto per geometri e dei licei artistici che fanno gruppo compatto con i loro slogan gridati a pieni polmoni sotto il Palazzo di Città. Che rimane muto, indifferente, di pietra fredda e con quelle lapidi esterne a ricordare una storia che passa sopra la Sicilia senza alcun rispetto per le generazioni di giovani che si sono succedute dal 1860 ad oggi. Compresa la mia, compresa la loro. (sopra, a sinistra, foto tratta da ctsnotizie.it)
Mancano le istituzioni, anzi peggio. Fanno dichiarazioni ipocrite, dicendo dessere con gli studenti per poi fare scelte incredibili già nella nomina degli assessori. Alla cultura, infatti, il governo Crocetta propone un uomo del passato: uno scienziato sì – Antonino Zichichi – ma che ha avuto modo più volte di dichiararsi a favore del Governo Berlusconi! Quello stesso Governo che ha dato mazzate pesanti proprio alla scuola pubblica. Un assessore regionale alla Cultura lontanissimo dagli studenti di oggi e che ha letà dei loro bisnonni. Come dire: futuro? Lasciamo stare e beccatevi il nonnetto-scherzetto!
Eppure, i ragazzi di oggi ci sono e continuano a esserci. Se prima si trattava di una minoranza, la protesta prende piede giorno per giorno. Chiedo dei numeri all Umberto: su 1300 studenti circa, ben 200 sono presenti oggi, 50 partecipano ogni giorno alla co-gestione, attivamente, e la stragrande maggioranza sciopera. Nei siti internet, il movimento degli studenti medi parla di 30.000-40.000 studenti in piazza oggi a Palermo. Se la cifra fosse confermata si tratterebbe di una partecipazione che le istituzioni non possono continuare a ignorare e a bistrattare.
La prossima settimana si annuncia ancora di protesta, per le strade e nelle scuole di Palermo e dellItalia.
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