Ieri ha avuto luogo un sit-in davanti alle Prefetture di tutta Italia, al termine del quale, almeno a Palermo, il prefetto Francesca Cannizzo ha incontrato una delegazione delle associazioni presenti per affrontare e approfondire i temi dell'immigrazione e dell'accoglienza.Tra le proposte emerse la possibilità per i cittadini di offrire alloggio ai migranti
Palermo, sbarchi e solidarietà L’incontro delle associazioni con il prefetto
«La più grande strage mai avvenuta nel Mediterraneo», questi i termini con i quali si affronta in Sicilia la morte di quasi novecento persone avvenuta nella notte del 19 Aprile a nord della costa libica. L’angoscia e la preoccupazione lasciano lo spazio per una dura critica verso le politiche di chiusura delle frontiere di Italia e d’Europa.
Per questo motivo, Ieri ha avuto luogo un sit-in davanti alle Prefetture di tutta Italia, al termine del quale, almeno a Palermo, il prefetto Francesca Cannizzo ha incontrato una delegazione delle associazioni presenti per affrontare e approfondire i temi dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Emerge la necessità di una riforma concreta della normativa nazionale ed internazionale sull’asilo e che sia volta al diritto alla vita. Si è parlato di corridoi umanitari ad oggi inesistenti, dell’istituzione di unità di soccorso in mare e delle reazioni del governo Italiano all’ultimo naufragio: una presa di posizione dura nei confronti degli scafisti e di chi lucra sulla vita altrui ma niente di fatto, né di ideato, sul piano della tutela del profugo.
Arci Palermo, il Coordinamento Antirazzista, Arcigay e altre associazioni che si occupano di migrazione e stanno affrontando il problema degli sbarchi, hanno posto in essere la necessità di sopperire alle inefficienze del governo nazionale con delle azioni locali: maggiore collaborazione tra le associazioni e tra le associazioni e le autorità.
Il prefetto Cannizzo si è detto disponibile ad offrire delle forme di garanzia a chi intende sostenere le associazioni dando una mano, nella certezza che il problema maggiore è un agire secondo un sistema di emergenza e non di accoglienza. La grande quantità di esseri umani ha reso necessaria l’organizzazione di sistemazioni temporanee e senza che comunque il problema si sia risolto. Da entrambe le parti è stato ipotizzato un sistema di accoglienza che coinvolgesse i cittadini e se dovessero esserci famiglie disposte di dare aiuto ospitando provvisoriamente una o due persone gli uffici della Prefettura si attiverebbero in tal senso.
Prima di ogni altra cosa è fondamentale prevenire la nascita di nuove speculazioni e il prolificarsi delle azioni della malavita e delle cattive pratiche attraverso un sistema di controllo.
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