«Palermo è dei nostri, o forse no», questa la scritta sulla teca apparsa a piazza Politeama con all’interno l’ormai inconfondibile divisa indossata dai protagonisti de La casa di carta, fortunata serie televisiva spagnola che ha spopolato nel nostro paese, come nel resto del mondo, vincendo lo scorso anno l’International Emmy Award come migliore serie drammatica.
Sarà quindi il capoluogo siciliano a dare il nome a uno dei misteriosi personaggi che si aggiungeranno alla squadra di ladri iberici nella terza stagione, o parte come usano in Spagna, dell’atteso show portato nel nostro paese da Netflix? Purtroppo non possiamo avere questa certezza, perché identiche teche sono apparse simultaneamente nelle piazze delle principali città italiane, l’identità del nuovo componente della banda potrebbe essere quindi benissimo anche Milano, Roma o Torino. Questo grazie all’ottima campagna mediatica e pubblicitaria che Netflix sta portando avanti attraverso i propri canali social confondendo le idee agli spettatori esattamente come fa l’originale struttura narrativa che contribuito al successo della serie creata da Álex Pina.
Uno tra i tratti distintivi della serie è proprio l’attribuzione degli pseudonimi ai componenti della banda criminale, scelti prendendo in prestito nomi di famose città internazionali: da Tokyo, voce narrante della storia, fino a Rio, passando per Berlino, Mosca, Nairobi, Denver, Helsinki e Oslo. Tutti criminali senza niente da perdere reclutati dal “Professore” per compiere il furto più ambizioso di tutti i tempi. Una operazione televisiva che, grazie all’altro grande successo iberico del momento, il fantascientifico El ministerio del tiempo, sta alzando l’asticella nella qualità della produzione televisiva spagnola transitandola in campo internazionale.
Tra le poche certezze fino a ora disponibili in questo gioco di indizi, che ci pone nelle stesse condizioni di Raquel Murrillo, la negoziatrice coinvolta nelle trame della banda, ci sono il rapimento di Rio, il ritorno di Berlino e la ventilata ipotesi di altri due nuovi componenti del team: Istanbul e Bogotà, i cui ruoli nella meccanica della serie sono ancora ignoti, nonché lo scontro senza quartiere contro le forze governative, che rievoca i recenti scontri politici tra Barcellona e il governo di Madrid. Infine, non possiamo tralasciare l’unico vero indizio riguardante il nostro paese: le scene dell’incontro tra Rio e il Professore girate a Firenze e già apparse nei trailer rilasciati da Netflix confermano che parte dell’azione si svolgerà in Italia lasciando in sospeso la domanda principale: chi si unirà alla banda?
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