L'ex rettore: «Ho atteso i ragionamenti della politica fino a quando il ritardo è diventato intollerabile». La sua candidatura si inserisce nell'affollato alveo del centrodestra, a breve i contatti con Italia Viva
Palermo, Roberto Lagalla si candida a sindaco Il 31 marzo le dimissioni da assessore regionale
«Voglio dedicare quest’ultima parte della mia vita professionale e pubblica per questa città». Non fa troppi giri di parole Roberto Lagalla, assessore regionale alla Formazione, che ha annunciato la propria candidatura a sindaco di Palermo. L’ex rettore è il primo vero nome in corsa a uscire allo scoperto incontrando la stampa per comunicare la sua decisione nata, a suo dire, anche a causa della lentezza e della litigiosità dei partiti, che a meno di due mesi dall’appuntamento con le urne non hanno ancora trovato una via unitaria. «Impantanati per interferenze tra queste amministrative e altre elezioni. Ho atteso i ragionamenti della politica fino a quando il ritardo è diventato intollerabile rispetto ai problemi e alle criticità di Palermo», annuncia.
«Il mio è un richiamo e un appello – dice – ad accelerare nell’interesse di questa città. Palermo deve essere amministrata e deve recuperare quello che per troppo tempo ha perso, non è un gioco della politica». Annunciate anche le dimissioni da assessore, che avverranno il prossimo 31 marzo. «Sono dimissioni irrevocabili – spiega Lagalla – Non lo faccio con rancore o astio, i rapporti con il presidente sono ottimi, ma per continuare un impegno per Palermo. Saranno ufficiali da fine marzo perché c’è da aspettare l’approvazione del Fondo sociale europeo 21/27 e da formalizzare le richieste per il nuovo bilancio della Regione e ritengo di dover concludere le pratiche sulla mia scrivania».
Una discesa in campo senza bandiera, la sua, anche se lo stesso assessore ritiene «abbastanza naturale che possa esserci una lista dell’Udc a sostegno della mia candidatura. Non voglio mettere in difficoltà nessun partito, non mi sento di coinvolgerlo in una mia scelta. La mia vuole essere una candidatura che parte da homo civicus e devo dire che il segretario Cesa ha ben compreso questa esigenza e questa volontà». L’ex rettore dice di non avere interloquito con nessuna forza politica, ma di essersi consultato con la sua famiglia e con i più stretti collaboratori. Non esclude tuttavia un’intesa di coalizione, anzi, lancia messaggi concilianti nei confronti di altre forze a cui offre la propria «disponibilità rispetto a momenti di confronto reale sui temi e alla creazione di momenti di alleanza e collaborazione politica».
Lagalla non tocca il tasto dolente della divisione di Forza Italia, con il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè, che pure aveva speso parole importanti all’indirizzo della candidatura dell’assessore alla Formazione, ma che è stato spodestato al momento della scelta, ricaduta – per ora – su Francesco Cascio. La sensazione neanche troppo velata è che Lagalla farà un tentativo per portare dalla sua parte Italia Viva, nonostante la candidatura mesi addietro di Davide Faraone. «Mi rivolgo a tutti – continua – ma è chiaro che per la mia storia cercherò di fare una sintesi politica partendo dal centrodestra, ma non escludendo nessuna forza politica che si è in questi ultimi mesi opposta in Consiglio all’amministrazione Orlando». Orlando per cui comunque spende anche parole di apprezzamento: «Ha restituito a Palermo un brand che fosse diverso da quello asfissiante della mafia e della criminalità organizzata, ma certamente la stanchezza dell’amministrazione si è sentita negli ultimi anni e i cittadini hanno sentito la distanza dalla casa comunale».