I particolari dell'operazione, eseguita dai carabiniari del comando provinciale, verranno illustrati stamattina in una conferenza stampa. Da quello che si capisce, gli unici a non prendere soldi in questo settore sono i circa 10 mila dipendenti
Palermo, retata in corso: coinvolti 13 dipendenti della Formazione professionale
I PARTICOLARI DELL’OPERAZIONE, ESEGUITA DAI CARABINIARI DEL COMANDO PROVINCIALE, VERRANNO ILLUSTRATI STAMATTINA IN UNA CONFERENZA STAMPA. DA QUELLO CHE SI CAPISCE, GLI UNICI A NON PRENDERE SOLDI IN QUESTO SETTORE SONO I CIRCA 10 MILA DIPENDENTI
Scoperta un’altra truffa nel settore della Formazione professionale della Sicilia. Protagonisti sono 13 dipendenti del dipartimento regionale della stessa Formazione.
Nel giro di pochi mesi avevano già messo le mani su quasi mezzo milione di euro. Soldi destinati alle imprese che forniscono beni e servizi all’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale.
Il sistema escogitato da questo gruppo di dipendenti sembrava perfetto. O quasi. Perché già l’anno scorso i Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria avevano cominciato a capire che qualcosa non filava per il verso giusto. Complice anche qualche segnalazione, è partita l’indagine della Procura della Repubblica di Palermo.
Stanotte è iniziato il blitz. I tredici dipendenti del dipartimento regionale della Formazione professionale sono finiti agli arresti domiciliari. Nella vicenda risultano coinvolti anche due imprenditori finiti in carcere. Sono accusati di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica.
Stamattina alle alle 10 e 30, nel corso di una conferenza stampa convocata presso la palazzina “M” della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, dovrebbero essere resi noti i particolari di questa operazione giudiziaria.
Mentre scriviamo l’operazione è in corso. Ad eseguirla sono i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. Ci sono, come già accennato, arresti. Ordinanze di custodia cautelare, richieste dalla Procura della Repubblica, ed emesse dal Gip del Tribunale di Palermo.
Gli inquirenti avrebbero ricostruito un meccanismo di distrazione e successiva appropriazione indebita di denaro pubblico. Soldi – circa 500 mila euro – fatti confluire sui conti correnti personali degli arrestati anziché su quelli di appoggio delle imprese che avevano fornito beni e servizi alla Regione.
Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto, Leonardo Agueci, un magistrato particolarmente ferrato in materia di reati contro la pubblica amministrazione.
Insomma, nella Formazione professionale siciliana gli unici a non prendere i soldi, a quanto pare, sono i circa diecimila dipendenti del settore…
aggiornamento:
Formazione: i nomi degli imprenditori e dei regionali arrestati