Secondo le stime della Cisl sulla povertà la provincia del capoluogo siciliano è superata solo dopo Milano e Roma per cittadini senza dimora. La perdita di un lavoro stabile, insieme alla separazione dal coniuge, si confermano come gli eventi più rilevanti nel percorso di progressiva emarginazione dei cittadini
Palermo, in 30 mila chiedono aiuti alimentari Caritas impegnata «anche nei quartieri bene»
La povertà a Palermo è un fenomeno che riguarda sempre più persone.
Nel 2015 a Palermo oltre tremila persone hanno chiesto l’intervento dei centri d’ascolto e servizi-segno per le diverse situazioni di povertà, esclusione sociale e disagio della Caritas, ma è ben più alto il numero delle persone, quasi 30 mila, che hanno ricevuto l’assistenza alimentare tra Palermo e provincia 18.500 in città, dei quali oltre 16 mila gestiti direttamente dalla Caritas, e 10.500 in provincia. Con il 5,7 per cento il capoluogo siciliano è il terzo Comune d’Italia dopo Milano e Roma per cittadini senza dimora. I dati sono emersi nel corso dell’incontro Vecchie e nuove povertà superare l’assistenzialismo, promuovere l’autonomia, organizzato dalla Cisl Palermo-Trapani al quale hanno preso parte, tra gli altri, i vertici del sindacato, il sindaco, gli assessori alla Cittadinanza e alle Attività produttive e il direttore della Caritas diocesana Palermo. Ad incidere fortemente nell’aumento del disagio sociale è il dato della disoccupazione: se la media nel capoluogo siciliano è del 23,16 per cento – aumentata nell’ultimo anno di tre punti percentuali – quella dei giovani ha toccato quasi il 60 per cento. La perdita di un lavoro stabile, insieme alla separazione dal coniuge, si confermano come gli eventi più rilevanti nel percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di senza dimora e di nuovo povero.
A fornire assistenza sono soprattutto le associazioni di volontariato. La Caritas, ad esempio, dove le persone registrate a Palermo nel 2015 sono state 3.038, alle quali si aggiungono gli immigrati accolti durante i 19 sbarchi avvenuti nello stesso anno, circa 1.700. Nel 2015, ancora, sono aumentate le problematiche abitative causate da sfratti per morosità incolpevole. Si tratta di famiglie che a causa della perdita di lavoro, di un lutto o di una situazione di grave malattia non riescono più a pagare un affitto. Ad aver chiesto un alloggio sono state 495 persone, il servizio mensa oltre 500. Ad aggravarsi soprattutto è la situazione debitoria. I dati del Comune di Palermo riportano che i nuclei familiari in graduatoria per l’emergenza abitativa al febbraio 2016 sono 1.602. L’assistenza economica straordinaria per il 2014/15 ha visto il pagamento di 500 contributi, mentre per il 2015/16 sono state circa 2.000 le richieste. Il bonus sociosanitario nel 2016 è giunto a 3.448, di cui 2.892 a Palermo e 466 nei comuni del distretto sociosanitario. La social card nel 2014/15 ha riguardato 1.511 persone.
Una
condizione di estremo bisogno che negli anni è andata sempre ad aumentare, anche nei quartieri della Palermo bene. Emerge chiaro nel racconto di Nino Calabrò, pensionato che da vent’anni fa il volontario per la Caritas nella parrocchia di Sant’Espedito, in via Garzilli. «Inizialmente, parecchi anni fa, c’erano poche famiglie che chiedevano aiuto – afferma Calabrò – adesso aumentano ogni giorno, anche attraverso il passaparola. Rimane tra la gente una sorta di povertà dignitosa, spesso non si arriva a pensare che il vicino di casa possa avere bisogno». Si tratta di persone che hanno perso il lavoro, pensionati, ma anche badanti e la vita è molto cara. Le persone che si rivolgono alla parrocchia sono sia palermitani extracomunitari, tunisini marocchini, indiani, filippini. «Grazie al grande aiuto e alla presenza costante di Don Piero Magro, alla generosità dei nostri parrocchiani e al Banco alimentare ci occupiamo di 140 famiglie, circa 400 persone», afferma e aggiunge: «Distribuiamo ogni venerdì un sacchetto di viveri, che integriamo anche con i beni che riceviamo nel corso della settimana: zucchero, pasta latte, caffè, pelati e altri beni di prima necessità».
Oltre alle esigenze di tipo strettamente materiale come aiuto nel pagare
l’affitto, le bollette, le bombole del gas, le medicine, i vestiti, c’è chi chiede conforto e sostegno. «Qualcuno vuole compagnia. Facciamo anche le visite andando a casa delle persone, ascoltiamo i loro problemi e ci informiamo dei loro bisogni». Calabrò e gli altri volontari della Caritas vivono il loro impegno come un arricchimento e anche se «non riusciamo a risolvere tutti i problemi delle persone e vorremmo fare di più».
Secondo un’analisi della Cisl, nel 2014 il Comune di
Palermo ha speso per le politiche sociali quasi 45 milioni di euro, con una riduzione rispetto agli anni precedenti del 24 per cento. Per fare fronte a questa emergenza sociale la Cisl ha proposto anche un coordinamento territoriale fra tutti i soggetti locali coinvolti nella gestione del disagio sociale, ossia comune, sindacati, il terzo settore e la Caritas ma «bisogna uscire dalle logiche dell’assistenzialismo per andare verso l’inclusione sociale».