Con il ko rimediato ieri a Udine sale a undici il numero di volte in cui, in questo campionato, i rosanero si fanno rimontare dopo avere sbloccato il risultato. I soliti errori difensivi hanno vanificato il piano d'azione preparato da Lopez, in bilico dopo la terza sconfitta di fila. Torna d'attualità il nome di Ballardini
Palermo, è il remake di un film già visto Crollo verticale dopo l’iniziale vantaggio
Non c’è più alcun dubbio: il Palermo passa in vantaggio? È questo l’inizio della fine. La sconfitta diventa una certezza matematica. Ragionando per assurdo (fino ad un certo punto, però, analizzando il trend del campionato), i rosanero dovrebbero sbloccare il risultato in zona Cesarini come avvenuto ad esempio a Bergamo contro l’Atalanta per essere sicuri di conquistare l’intera posta in palio. Se segnano nella porzione iniziale del match non c’è via di fuga: la squadra va incontro ad una sconfitta sicura. Un paradosso che corrisponde ad un film visto già tante volte in questa stagione e proiettato anche ieri a Udine dove gli spettatori di fede rosanero hanno assistito ad un remake della pellicola girata all’andata: al Barbera i friulani si imposero per 3-1, ieri alla Dacia Arena con il punteggio di 4-1 ma la sostanza non cambia. Il Palermo non sa tenere un vantaggio e, una volta che subisce un gol, incassa a distanza ravvicinata anche il secondo, il terzo e così via. Senza soluzione di continuità.
È il sintomo di una ‘malattia’. La spia del malfunzionamento di una macchina che ha tanti difetti. Una macchina che spesso parte con la marcia giusta (ieri, prima dell’ennesimo crollo, i rosa avevano mostrato qualche segnale confortante nella fase iniziale spezzando l’equilibrio dell’incontro grazie al primo gol in serie A del giovane ungherese Sallai sugli sviluppi di un’azione alimentata da Aleesami) ma che alla prima difficoltà va in tilt. E questa macchina potrebbe avere presto un nuovo conducente: prende corpo, infatti, l’ipotesi del ritorno di Ballardini chiamato a sostituire Lopez finito sul banco degli imputati dopo la terza sconfitta consecutiva, la quinta nelle ultime sei giornate di campionato. Sarebbe il primo esonero dell’era Baccaglini, new-entry supportata ovviamente da Zamparini che – è bene ricordarlo – in questo momento è ancora il proprietario del club di viale del Fante. L’avvicendamento in panchina sarebbe un deja-vu. Un tema ricorrente nell’ambito di una realtà come quella rosanero in cui il copione, in relazione alle vicende tecniche, non cambia mai. Uno, due o tre episodi possono essere casuali ma quando la squadra va undici volte in vantaggio in questo campionato e si fa sempre rimontare significa che qualcosa non va. Vuol dire che questo è un gruppo inadeguato e sempre prigioniero dei propri limiti, tecnici e anche caratteriali. Preoccupano i soliti errori in fase difensiva (in occasione del momentaneo 1-1 di Thereau e delle reti del 3-1 e 4-1 siglate rispettivamente da De Paul e Jankto il reparto arretrato si è fatto trovare impreparato) e anche la scarsa incisività in zona gol.
E Lopez, che è il responsabile tecnico di questo gruppo, non è esente da colpe. Alcune scelte sono discutibili. Esempi? Goldaniga in tribuna per scelta tecnica nel match contro la Roma di domenica scorsa e titolare a Udine. Gonzalez, finito nelle retrovie, rispolverato nell’undici iniziale e, al netto del cambio di modulo (ieri la squadra era in campo dal primo minuto con il 3-4-1-2), le incertezze relative al portiere (contro la Roma ha parato Fulignati, ieri è tornato di nuovo Posavec tra i pali) e al minutaggio di alcuni giocatori di movimento come Diamanti. Impiegato finora part-time dal tecnico uruguaiano e mai dall’inizio, il fantasista toscano complice la squalifica di Bruno Henrique ieri è tornato nella formazione titolare e con la fascia di capitano al braccio ‘macchiata’, tuttavia, dall’espulsione (ingiusta) rimediata ad un quarto d’ora dalla fine. Più indizi fanno una prova: il tecnico è in confusione e non ha saputo dare certezze ad un collettivo che, in un momento delicato come questo, avrebbe bisogno di stabilità. Un gruppo che, tuttavia, non è ancora spacciato. In zona retrocessione, infatti, tutto è rimasto invariato. La trama è sempre la stessa: l’Empoli ha perso e il Palermo non ha saputo approfittarne. Il gap dal quartultimo posto è rimasto di sette punti. Un margine recuperabile a nove giornate dalla fine ma con l’atteggiamento mostrato ieri nel secondo tempo, frazione di gioco nella quale l’Udinese ha dilagato sfruttando le amnesie di un Palermo allo sbando, i rosa non riusciranno ad agganciare il treno salvezza.