La gara di domani, sesta giornata di ritorno, ha un coefficiente di difficoltà alto. Perché la squadra toscana esprime un calcio brillante, fatto di prestazioni convincenti. Il carattere dei rosanero dovrà venire fuori in campo, in cui scenderà con un assetto offensivo da definire
Palermo, domani al Barbera il match contro l’Empoli Maresca: «La partita più difficile dell’ultimo periodo»
A Roma contro la Lazio, calendario alla mano, è terminato il ciclo di ferro del Palermo. Una teoria valida, però, solo sulla carta perché se da una parte l’Empoli (avversaria dei rosanero domani al Barbera nella sesta giornata di ritorno) è ampiamente alla portata degli uomini di Iachini, è anche vero che il coefficiente di difficoltà di questa gara è uguale e forse anche più alto rispetto alle ultime partite disputate contro le big. Tesi sposata, peraltro, da Enzo Maresca che in settimana ha sottolineato le insidie di questo match: «Considero quella contro l’Empoli la partita più difficile tra quelle che abbiamo giocato recentemente e le prossime che ci attendono. Sarà una gara durissima contro una squadra che gioca a viso aperto su tutti i campi». Le considerazioni del centrocampista rosanero, il saggio dello spogliatoio, sono condivisibili perché i toscani esprimono un calcio brillante e, a suon di prestazioni convincenti, si sono inseriti con merito nel novero delle squadre rivelazione del campionato. E i 27 punti in classifica, che non garantiscono una posizione sicura in chiave salvezza, non rispecchiano i reali valori della compagine biancoazzurra. Una formazione che fa del collettivo la principale prerogativa. Il merito è soprattutto del tecnico Sarri che, in questi anni, ha portato avanti un certo tipo di lavoro creando i presupposti per un progetto vincente e all’insegna della continuità.
L’Empoli, neopromossa come il Palermo, è la classica squadra figlia del proprio allenatore, un timoniere in grado di plasmare il gruppo a sua immagine e somiglianza ed esaltare le qualità dei singoli nel contesto di un meccanismo che funziona. È questo il principale punto di contatto tra i toscani e i rosanero. Anche il Palermo, infatti, è espressione diretta del carattere e della forma mentis di Iachini che, fin dal suo insediamento, è riuscito a dare alla squadra un’impronta e una precisa fisionomia. Chi la spunterà tra Iachini e Sarri? È possibile che domani (la gara, fissata alle 15, inizierà con 15 minuti di ritardo come stabilito dall’Assocalciatori per tutte le partite in segno di solidarietà al Parma sull’orlo del fallimento) il match assuma le caratteristiche di una vera e propria partita a scacchi giocata da due abili strateghi. Sarà un altro banco di prova importante per i rosanero chiamati a riscattare la sconfitta contro la Lazio e soprattutto a fornire determinate risposte dopo le critiche mosse dal presidente Zamparini in merito alla fase difensiva. L’auspicio del patron e dei tifosi (anche per la gara di domani sarà attiva la promozione In famiglia al Barbera in base alla quale coloro che acquisteranno un biglietto intero di fascia C potranno comprare contestualmente fino a due tagliandi ridotti dello stesso settore, riservati a donne e under 18, al prezzo di due euro ciascuno) è che scenda in campo il vero Palermo. Quel Palermo ammirato più volte durante la stagione.
Una squadra che vuole continuare a stupire pur avendo ipotecato la salvezza e che, tra le mura amiche, viaggia a ritmo di Champions League come dimostra un ruolino interno impreziosito da sette vittorie e due pareggi nelle ultime nove gare casalinghe. Nel bagaglio di motivazioni che accompagnerà la squadra ci sarà spazio, inoltre, anche per la voglia di vendicare il ko dell’andata, probabilmente la sconfitta più pesante del campionato rosanero (3-0) per il modo in cui è maturata e per la pochezza mostrata in quella circostanza da un Palermo molle e remissivo. «Siamo arrivati ad Empoli dopo delle buone prestazioni che però non hanno portato punti – ricorda Iachini – Dopo quella partita il presidente ci ha voluti vicino, ci siamo confrontati e siamo ripartiti alla grande continuando a giocare in una certa maniera». L’attenzione si sposta poi sull’attualità: «È stata una settimana come le altre. Abbiamo cercato di correggere qualche errore, l’importante è avere la mentalità giusta e cercare di fare sempre un gol in più degli altri. Le dichiarazioni di Zamparini? Il presidente lo conosco da tanti anni, so che le sue considerazioni sono figlie di un grande affetto che nutre nei nostri confronti. Vado avanti e non c’è alcun problema, gli ho detto scherzando che aveva le mie dimissioni e mi ha mandato a quel paese…».
Rispetto alla gara di andata gli scenari oggi sono diversi e le novità, sul fronte rosanero, riguardano anche il profilo tattico. Iachini, in bilico dopo il passo falso con i toscani, al Castellani optò per il 3-4-1-2, un modulo che domani sarà in soffitta per lasciare spazio, a prescindere dagli input del presidente, ad uno schema con la difesa a quattro. A centrocampo, privo dello squalificato Barreto, sarà confermata la cerniera a tre che prevede in cabina di regia il ritorno di Maresca, all’esordio in questo girone di ritorno. Da stabilire l’assetto del reparto offensivo: il tecnico potrebbe confermare il modulo ad albero di Natale (4-3-2-1) proposto contro il Napoli con Quaison e Vazquez a supporto di Dybala ma nello stesso è tentato dal sistema di gioco (4-3-1-2) con un solo trequartista (Vazquez) dietro Dybala e Belotti.