Se la coalizione di centrodestra alla Regione, fatto fuori Gianfranco Miccichè, sembra avere raggiunto un minimo sindacale di pace, mentre tenta di trovare la quadra nelle strategie per le imminenti amministrative a oriente, sul fronte Palermitano la situazione è pericolosamente vicina al collasso. In principio fu Forza Italia. Il primo strappo degno di nota è […]
Comune Palermo, tutti contro tutti in maggioranza. Dalle beghe interne a FI agli scontri Dc-FdI
Se la coalizione di centrodestra alla Regione, fatto fuori Gianfranco Miccichè, sembra avere raggiunto un minimo sindacale di pace, mentre tenta di trovare la quadra nelle strategie per le imminenti amministrative a oriente, sul fronte Palermitano la situazione è pericolosamente vicina al collasso. In principio fu Forza Italia. Il primo strappo degno di nota è stato infatti quello interno agli azzurri, in una sala delle Lapidi in cui per forza di cose l’eco dell’affaire Miccichè si è fatto sentire eccome. Ma non solo quello. Sul banco degli imputati il presidente del consiglio comunale, Giulio Tantillo, forzista e consigliere di lunghissimo corso, accusato di avere tentato di estendere la propria influenza fin sulle nomine delle partecipate senza curarsi del partito. In particolare escludendo la frangia più giovane, di fatto quella che ha fatto sì che il gruppo di Forza Italia fosse il più numeroso a palazzo delle Aquile.
Vertici su vertici di maggioranza sono riusciti solo a mitigare un po’ il clima, con un presidente del consiglio di fatto sfiduciato da sei consiglieri, un numero tale da fare traballare l’intera maggioranza. Maggioranza che, non paga, ha trovato modo di dividersi ulteriormente. L’ultimo caso in ordine di tempo riguarda gli stracci volati tra Fratelli d’Italia e la nuova Democrazia Cristiana. A scaldare gli animi l’attacco del capogruppo dei meloniani, Giuseppe Milazzo, che ha contestato all’assessore alle Attività produttive, il cuffariano Giuliano Forzinetti, l’avere concesso gli spazi della Fiera del Mediterraneo per due eventi pressoché simili, entrambi con vago riferimento alla storica fiera campionaria cittadina, a distanza di poche settimane l’uno dall’altro, organizzate da due diversi soggetti di fatto concorrenti.
Un’uscita, quella di Milazzo, che non è andata giù a Domenico Bonanno, capogruppo della Dc, che non ha mancato di contrattaccare il collega in una seduta di consiglio comunale che doveva essere dedicata all’interrogazione in aula degli assessori Dario Falzone (FdI) e Sabrina Figuccia (Lega) e conclusa invece con l’opposizione che abbandona l’aula facendo cadere il numero legale e portando dunque la seduta alla sospensione. Bonanno ha parlato di un atto «gravissimo», l’intervento di Milazzo, che «certifica la precisa volontà di Fratelli d’Italia di voler attaccare, scientemente e ingiustificatamente, l’assessore Forzinetti e quindi il partito politico che lui rappresenta senza alcuna motivazione». Da lì in poi è stata tutta una serie di ripicche reciproche giocate sul filo del numero legale.
«La maggioranza ancora una volta non trova l’accordo sugli atti da prelevare – sbottano i consiglieri del Partito democratico – Si sospende la seduta sulle comunicazioni del presidente Tantillo. La nuova Democrazia Cristiana non si presenta in aula. Continua la querelle di una maggioranza su cui si è già spenta la luce». «A soli otto mesi dal voto la maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale non esiste più, dilaniata da un tutti contro tutti a caccia di poltrone per amici e non eletti» rincara Progetto Palermo. E alla fine a dovere strattonare il timone nel tentativo di riprendere la rotta è stato il sindaco Roberto Lagalla, che ha convocato ieri una riunione di maggioranza per fare luce su quanto si sta consumando tra gli scranni dei suoi sostenitori in sala delle Lapidi.