Una rete dell'esterno offensivo al 15' della ripresa ha consentito ai rosanero di conquistare la seconda vittoria consecutiva lontano dalle mura amiche, la terza nelle ultime quattro gare esterne. In una partita poco spettacolare e con ritmi blandi la chiave vincente degli ospiti è stata la praticità
Palermo corsaro a Pagani con un gol di Floriano L’edificio con vista playoff ha la base in trasferta
Fortunatamente, penseranno coloro che hanno a cuore le sorti del Palermo, i rosanero viaggiano su un doppio binario. C’è una squadra che arranca al Barbera e un Palermo che, invece, ultimamente riesce in trasferta a riprendersi il bottino lasciato per strada tra le mura amiche. Dopo avere perso in casa contro la Juve Stabia la compagine di Filippi si è subito riscattata vincendo 1-0 sul campo della Paganese. Si tratta del secondo successo di fila in trasferta, il terzo nelle ultime quattro gare esterne a dimostrazione del fatto che, dopo un periodo caratterizzato da uno scarso feeling con gli appuntamenti fuori casa, i rosa adesso stanno raccogliendo proprio in trasferta il materiale che serve alla costruzione, mattoncino dopo mattoncino, del piccolo edificio con vista sulla zona playoff. Potremmo usare l’espressione bello di notte facendo riferimento, in linea con l’appellativo che l’Avvocato Gianni Agnelli aveva attribuito negli anni Ottanta all’attaccante polacco della Juventus Boniek, alla coincidenza del successo in notturna che richiama la vittoria ottenuta nel derby ma definire ‘bello’ il Palermo che ha espugnato ieri lo stadio Marcello Torre obiettivamente è una forzatura. Non è l’aspetto estetico il fattore che ha consentito ai rosanero di imporsi sulla formazione guidata da Di Napoli, tecnico subentrato a metà gennaio all’esonerato Erra.
La chiave vincente degli ospiti, nell’ambito di una partita poco spettacolare e piuttosto spezzettata a causa dei numerosi falli commessi dalle due squadre, è stata la praticità. Il Palermo non ha espresso una manovra fluida, e onestamente va detto che non era facile sviluppare un gioco lineare su un campo in cui il pallone assumeva spesso rimbalzi irregolari e contro un avversario che ha impostato il match soprattutto sulla fisicità, ma a differenza di altre volte ha avuto la capacità di capitalizzare un episodio favorevole creando le condizioni per vincere una partita ‘sporca’. Tipologia che è ormai un habitué nel contesto della serie C specialmente contro formazioni come la Paganese che, condizionate nei bassifondi della classifica dalla necessità di fare punti, tendono appunto a ‘sporcare’ le gare sacrificando la tecnica (anche, ovviamente, a causa di limiti propri e questo vale pure per un Palermo che fatica a liberarsi dalle catene che lo tengono legato ai suoi difetti) sull’altare della sostanza, del pragmatismo e della vis pugnandi da esibire in tutti i duelli.
Restando in tema di déjà-vu, sopra citato a proposito di sfide poco godibili sul piano dello spettacolo a queste latitudini, è curioso il fatto che dopo avere battuto Juve Stabia, Cavese e Turris il Palermo abbia vinto in trasferta contro un’altra squadra campana. E come avvenuto ad esempio a Castellammare di Stabia lo scorso 12 novembre è stato di nuovo determinante l’esterno offensivo Floriano, a segno ieri al 15’ del secondo tempo con un tap-in a porta vuota su assist di Almici al culmine di una iniziativa personale di Valente, uno dei più vivaci tra i rosa al netto di qualche scelta sbagliata in fase di ultimo passaggio o di conclusione verso la porta (ma questa non è una novità) ma con delle accelerazioni che in più di una circostanza hanno scompaginato gli equilibri dell’arcigna difesa azzurrostellata.
La prestazione del numero 14 rientra tra le note con il segno più da conservare nel registro compilato ieri sera da un Palermo che, pur essendosi adeguato ai ritmi blandi di un match privo di grossi contenuti, al di là di qualche brivido come in occasione della palla gol sciupata a tempo scaduto dall’attaccante Diop ha dimostrato una certa solidità applicando tutto sommato senza clamorose sbavature il piano d’azione preparato da Filippi. Un piano che, a prescindere dal disegno tattico con un 3-4-2-1 con Santana nel ruolo di falso nueve (l’argentino, sostituito al 65’ da Saraniti, si è messo in evidenza soprattutto nel primo tempo con due assist interessanti non sfruttati prima da Floriano e poi da Kanouté), è stato delineato nei giorni scorsi dal tecnico e dal suo staff con l’obiettivo di dare ai giocatori gli input necessari per rimanere sempre sul pezzo e non ripetere gli errori in termini di concentrazione commessi nel corso della gara persa contro la Juve Stabia. E la squadra, anche se dal punto di vista della qualità complessiva ha mantenuto a Pagani gli standard modesti registrati finora in un campionato con più ombre che luci complici in questo caso le trappole tese da un avversario di caratura medio-bassa nonostante il trend positivo in casa nelle ultime settimane con tre vittorie e due pareggi tra le mura amiche prima dell’appuntamento di ieri, ha dato comunque delle risposte. Certamente non brillanti ma, come suggerisce il verdetto del campo, funzionali alla conquista dell’intera posta in palio.