Il terzino acquistato dal Goteborg ha chiare propensioni offensive: «Mi piace molto il modo di lavorare di Ballardini. Il suo 3-4-3 può esaltare le mie caratteristiche». Sulla città: «Mi piace molto il caldo, io ho sangue africano»
Palermo, Aleesami punta a convincere tutti «Terzino? Sì, ma attacco e batto le punizioni»
«Ho saputo che il contatto tra Goteborg e Palermo è avvenuto una settimana prima che si concretizzasse il mio trasferimento qui. Ho scelto Palermo perché è un nome forte e ha una reputazione importante in serie A e nel mio Paese». Haitam Aleesami è l’ultimo acquisto del Palermo in ordine di tempo. Il terzino sinistro norvegese, ma di origini marocchine, sembra essere sempre più convinto della sua scelta: «Ho avuto ottime impressioni e ho instaurato subito un ottimo feeling con il direttore sportivo. Insomma, ho fatto una scelta che reputo molto importante». Il laterale, con tutta probabilità, sarà l’erede di Lazaar: «Non l’ho mai visto giocare, ma so che è un buonissimo giocatore».
Lo stesso Aleesami, poi, traccia un chiaro identikit di sé: «Sono un laterale sinistro e tiro anche le punizioni: l’ho fatto col Goteborg e potrei farlo anche qui. Mi piace attaccare, amo salire e spingere sulla fascia. Sono un esterno con chiare propensioni offensive, anche se so che è altrettanto importante difendere. Per un giocatore come me, è importante fare entrambe le fasi di gioco». Caratteristiche, queste, che possono essere esaltate dallo scacchiere tattico che ha in mente Ballardini: «Mi piace molto Ballardini, è un allenatore molto professionale. Mi piace anche il suo modo di fare e come si pone anche nei confronti dei giocatori e il suo stile di gioco. Il suo 3-4-3 mi piace molto, è un modulo che si sposa con le mie caratteristiche: per me è facile giocare in un 3-4-3 visto che mi piace molto spingere».
Una prima idea del Palermo, il norvegese se l’è già fatta: «Ho assistito all’amichevole con l’Olympique Marsiglia, il Palermo mi è piaciuto molto. A colpirmi, in particolare, è stata la compattezza della squadra, anche in fase difensiva. Il gol, inoltre, è stato veramente molto bello. Penso che il 3-4-3 sia un modulo adatto alle caratteristiche dei giocatori presenti in organico». Quella con i rosa, per lui, sarà la prima esperienza in Italia: «So che la serie A è un campionato bello e competitivo, pieno di squadre forti. Non sarà facile affrontarle, ma se con gli altri compagni parleremo la stessa lingua calcistica, allora potremo dare del filo da torcere a molti».
Aleesami indosserà la maglia numero 19, una scelta non casuale: «Ho scelto il 19 perché sono nato nel ’91, quindi si è trattato di una semplice inversione di numeri». Il terzino potrebbe fare il suo esordio con la maglia rosanero già venerdì, in occasione del match contro il Bari in Tim Cup: «Sono pronto, ognuno deve esserlo. Sono qui per giocare e se non fossi pronto non sarei qui. Il trasferimento a Palermo è uno snodo cruciale del mio percorso professionale. Qui come contesto ho visto molta più professionalità rispetto a quello della Scandinavia». Il terzino, comunque, non ha particolari idoli o punti di riferimento: «Ci sono tantissimi giocatori da cui poter prendere spunto, ma l’importante è dare sempre il cento per cento. Io come Roberto Carlos? Magari fosse così…».
Fuori dal campo, Aleesami coltiva diversi hobby, ma il pensiero è sempre rivolto al calcio giocato: «A me piace anche stare con gli amici e fare passeggiate in spiaggia. Al di là di tutto, la cosa fondamentale è recuperare energie psicologiche e mentali per essere al cento per cento negli allenamenti». Il norvegese sembra essersi già ambientato in città: «Mi piace molto il caldo di Palermo. Nelle mie vene scorre sangue africano visto che ho origini marocchine. Non ho assolutamente nessun problema a passare dal freddo della Svezia al caldo di Palermo. Ho preso casa a Mondello e ho visto anche il centro città». Anche con alcuni componenti della squadra, il rapporto ha cominciato a svilupparsi: «Palermo mi piace molto, ho ottime impressioni. Ho già legato in particolare con Pipo Gonzalez e con Morganella che mi stanno facendo un po’ da guida. Inoltre ho già instaurato buone relazioni con gli scandinavi, ovvero Hiljemark e Quaison. È normale che abbia legato un po’ con loro visto che parliamo la stessa lingua».