I rosanero, impegnati sul campo della Vibonese, cercano il primo successo esterno in questo campionato. Che servirebbe anche a consolidare la posizione del tecnico. In assenza di un centrale mancino sono possibili novità dal punto di vista tattico
Palermo, a Vibo si va per invertire il trend in trasferta Panchina a rischio? Filippi: «Sempre sulla graticola»
Più che un allenatore ci vorrebbe in questo caso uno psicologo. Uno specialista in grado di indagare sulla natura di questo Palermo dai due volti, impeccabile in casa e molto deludente in trasferta come dimostrano i soli tre punti racimolati nelle cinque partite giocate finora lontano dal Barbera e anche lo zero nella casella gol fatti in relazione alle ultime due gare esterne. Come si cura il mal di trasferta? Sdraiato sul lettino dello psicanalista, il paziente intravede la via d’uscita: imporsi sul campo della Vibonese terzultima in classifica (a quota 8 in compagnia del Latina), avversaria domani nel match in programma alle 14,30 e valido per l’undicesima giornata del girone C, per i rosanero ancora a caccia del primo successo esterno in questo campionato sarebbe la migliore delle soluzioni.
Un’affermazione fuori casa, oltretutto, darebbe un po’ più di forza e credibilità alla panchina di Filippi che – in base ad alcune indiscrezioni raccolte da Meridionews – non è nelle condizioni di potersi sentire al sicuro. La vittoria di misura ottenuta mercoledì sera al Barbera contro la Virtus Francavilla è servita certamente ad allontanare qualche fantasma ma, come si intuisce anche dalle perplessità del presidente Mirri che ultimamente è vigile più del solito sullo stato di salute della squadra monitorata anche giovedì in occasione del test disputato con il Cus presso l’impianto di via Altofonte – con lui c’era pure l’ex centrocampista della Fiorentina, Marco Donadel, che sta studiando da allenatore – e nella seduta di ieri pomeriggio allo stadio, non equivale affatto a un’ipoteca sulla permanenza del tecnico siciliano. Il primo a sapere che un eventuale passo falso a Vibo Valentia, simile a quello di sei giorni fa a Torre del Greco, quasi certamente sarebbe mal digerito dallo stato maggiore del club di viale del Fante.
«Confermo che noi allenatori siamo sempre sulla graticola – ha dichiarato Filippi – ma mi fa piacere che D’Agostino (tecnico palermitano della Vibonese, ndr) abbia trovato una società che intende confermarlo e che valuta il lavoro a prescindere dai risultati. Affronteremo una squadra allenata bene, con delle coordinate precise e che adesso ha trovato anche un buon assetto come dimostra il fatto che è imbattuta da quattro turni senza peraltro subire gol nelle ultime tre gare. La ricetta giusta per vincere a Vibo? Dobbiamo giocare da squadra vera e disputare una gara con grande voglia e spirito di sacrificio, gli stessi strumenti che mercoledì ci hanno consentito di ottenere un risultato insperato contro la Virtus Francavilla. Una partita nella quale abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo dimostrando di volere i tre punti a tutti i costi».
I 22 convocati per la sfida contro la formazione rossoblù, un vero e proprio derby per il presidente del sodalizio calabrese Pippo Caffo, originario di Catania e tifoso degli etnei, sono partiti poco dopo le 14 in pullman dal piazzale del Barbera, stadio in cui nell’ambito del progetto La Domenica Favorita proseguono le visite guidate sempre in collaborazione con i volontari del Fondo Ambiente Italiano dopo il tutto esaurito per le Giornate d’Autunno FAI. Contro la Vibonese il sarto Filippi potrebbe cucire addosso alla squadra un vestito diverso rispetto al solito.
Condizionato da una situazione di emergenza in difesa alla luce delle assenze di Perrotta (squalificato per due giornate) e dell’infortunato Marconi e prendendo spunto dai segnali confortanti ricevuti mercoledì sera in inferiorità numerica con il 4-3-2, il tecnico potrebbe disegnare lo scacchiere dal primo minuto con un modulo con la difesa a quattro (4-3-1-2 o 4-3-2-1) piuttosto che con il collaudato 3-4-2-1. E in questo contesto prende forma una cerniera a tre di centrocampo con De Rose perno centrale e come mezzali Luperini e uno tra Odjer e Dall’Oglio, impiegabile anche come vertice alto di un rombo nel caso in cui prevalesse la formula con un solo trequartista e due punte. Una delle quali sarà certamente Brunori galvanizzato dalla rete (la quarta nelle ultime sei gare) realizzata mercoledì.