Palermo a caccia di conferme contro il Monterosi Baldini: «Ottime sensazioni, priorità alla prestazione»

Se dovesse ascoltare solo i suggerimenti della cabala Silvio Baldini sarebbe al sicuro in vista della gara con il Monterosi Tuscia in programma questo pomeriggio allo stadio Renzo Barbera alle 17.30 e valida per la quinta giornata di ritorno del girone C. Anche nel 2003 il tecnico toscano esordì sulla panchina del Palermo con un pari a reti bianche in trasferta. Subito dopo arrivò un doppio successo casalingo (contro Cagliari e Ternana) e, ironia della sorte, in termini di calendario l’attualità propone uno scenario simile: 0-0 fuori casa al debutto e adesso una doppia sfida tra le mura amiche, oggi contro la compagine laziale e mercoledì contro il Messina. Il verdetto, dunque, sembra essere già scritto prendendo questa analogia con la sequenza di quasi 18 anni in B fa come parametro di riferimento e invece proprio Baldini è il primo a sapere che oggi, contro un avversario peraltro in salute come dimostra lo score di 8 punti nelle ultime quattro partite, la sua squadra dovrà sudare per conquistare l’intera posta in palio e dare continuità ai segnali incoraggianti emersi lunedì sera a Catanzaro.

I rosanero hanno mostrato in Calabria un buon equilibrio dal punto di vista tattico e una discreta condizione atletica al culmine di un periodo particolare condizionato dal Covid, emergenza che a metà gennaio ha decimato in pratica il gruppo-squadra con un picco di 24 positivi e che nei giorni scorsi ha coinvolto anche la formazione Primavera che intanto ha riaccolto il centrocampista Aziz Toure rientrato dal prestito al Napoli, e adesso che la situazione è tornata alla normalità la mente degli addetti ai lavori è rivolta solo alla routine del campo e al processo di crescita di un gruppo che non ha perso la speranza di recitare un ruolo da protagonista in questa stagione. Sesta in classifica a quota 34 punti e con una sola vittoria nelle ultime sei gare, la compagine affidata a Baldini dopo l’esonero di Filippi è consapevole che per legittimare le proprie ambizioni dovrà sfruttare nel migliore dei modi questo doppio turno casalingo: «Ho ottime sensazioni – ha ammesso in conferenza il successore del tecnico siciliano – rispetto al match di Catanzaro voglio che si arrivi in zona tiro con un fraseggio migliore. Ritengo, in ogni caso, che la mia squadra sia forte e, contro un avversario che credo giocherà di rimessa, darà l’anima per ottenere qualcosa di positivo». Il tecnico toscano ha le idee chiare e dispensa pillole di ottimismo: «Bisogna essere sempre fiduciosi, dobbiamo pensare innanzitutto alla prestazione perché il risultato è solo una conseguenza di ciò che proponiamo in campo».

Per la sfida odierna contro i biancorossi, che a quota 24 hanno due lunghezze di vantaggio sulla zona playout, il tecnico rosanero sembra orientato a schierare dal primo minuto il neo-acquisto Damiani fresco di esordio (da subentrato) con la sua nuova squadra. «Palermo è la piazza giusta per rimettermi in gioco, dopo un periodo in cui non ho trovato spazio e durante il quale ho dovuto fare i conti con alcuni fastidi di natura fisica adesso cerco continuità» – ha dichiarato il centrocampista ex Empoli in prima fila, in mediana, al fianco di De Rose complici le condizioni non perfette di Dall’Oglio alle prese con i postumi di una botta alla coscia destra rimediata a Catanzaro. E in prima fila c’è anche Brunori. Tornato in gruppo a pieno regime dopo avere smaltito qualche scoria post-Covid, l’attaccante di proprietà della Juventus è favorito su Soleri in qualità di unico terminale offensivo nel 4-2-3-1. Sull’out destro della difesa a quattro si contendono una maglia Accardi, reduce da un risentimento ad un polpaccio, e Doda. E in porta? Baldini non ha ancora scelto se affidarsi a Pelagotti, assente a Catanzaro in quanto squalificato, o a Massolo. Lestremo difensore toscano è ancora in possesso dei gradi di titolare ma la sensazione è che l’affidabilità del dodicesimo, che non ha subìto reti sia a Latina nella gara prenatalizia sia lunedì in terra calabrese, possa essere un fattore in grado di scompaginare gerarchie che sembravano consolidate.


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