Per decenni è stato uno dei centri principali della musica live nazionale e internazionale in Sicilia. Eppure, spente le luci, la struttura sarebbe andata avanti tra mutuo e affitto non pagati. Una storia di cui negli scorsi giorni si è chiuso solo uno dei capitoli giudiziari
PalaTupparello, fallisce lo storico gestore Multisport In attesa dei concerti, rimangono i debiti e le cause
Dai Deep Purple a Vasco Rossi, da Ultimo a Ghali. Negli anni, dal PalaTupparello di Acireale sono passati nomi di richiamo per tutta l’Isola. Ma intanto, lontano dalle luci del palcoscenico e dal notevole sbigliettamento, la struttura lascia in eredità problemi economici importanti. Cultiminati in questi giorni con il fallimento della Multisport, società con socio di maggioranza Giuseppe Rapisarda, per decenni animatore dei concerti nel palasport acese. Una notizia che chiude uno dei capitoli giudiziari della vicenda. Altri, infatti, vedono ancora coinvolto il Comune di Acireale, tornato proprietario della struttura nell’estate del 2019.
La storia comincia negli anni Ottanta, quando il Comune concede per 20 anni il diritto di superficie alla società Pallavolo Catania con autorizzazione a costruire: l’ente rimane proprietario del suolo, mentre l’azienda possiede ciò che costruisce. Secondo l’accordo, alla scadenza il bene sarebbe tornato al Comune. Un progetto importante per un impianto sportivo coperto di 5400 metri quadri per altrettanti spettatori, un immobile dedicato al custode, 12 spogliatoi, quattro palestre piccole e due grandi, due saune e una sala stampa. Per costruirla, Pallavolo Catania stipula un mutuo con l’Irfis, la società finanziaria regionale.
Succede però che Pallavolo cominci ad avere problemi economici. Le rate del mutuo saltano, la struttura è grande e costosa e così nel 1998, a dieci anni dalla consegna dell’immobile, si decide di affittarla alla Multisport per un canone di 170 milioni l’anno, diventati circa 75mila euro con l’avvento della nuova moneta. Si apre così la stagione dei grandi concerti che rendono Acireale uno dei centri principali della musica nazionale e internazionale nella regione. La società Pallavolo Catania, intanto, fallisce: è il 2001 e il curatore fallimentare, l’avvocato Massimo Giusino, eredita il contratto con la Multisport. I pagamenti dell’affitto, però, non arrivano e così inizia una causa. Una delle tante di questa storia.
Rapisarda, volto della Multisport e dei concerti, si difende spiegando che in realtà il canone annuale sarebbe stato compensato dai lavori di ristrutturazione del palazzetto. I giudici però, nonostante i numerosi ricorsi dell’azienda, non gli danno ragione. E anzi spuntano debiti per centinaia di migliaia di euro nei confronti dell’erario, così come le rate del mutuo all’Irfis che continuano a risultare non pagate. È così che Pallavolo Catania – intanto passata all’avvocato Carlo Di Mauro come nuovo curatore – decide di forzare la mano chiedendo il fallimento di Multisport. Arrivato pochi giorni fa. In parallelo, però, la società che ha gestito il PalaTupparello per 21 anni intenta una causa nei confronti del nuovo proprietario della struttura, cioè il Comune di Acireale. Ancora una volta però va male per Multisport, con il perito del tribunale che mette nero su bianco come non risultino migliorie significative che possano giustificare il mancato pagamento delle spettanze.
Così il Comune – ancora coinvolto in alcuni contenziosi – si ritrova proprietario del palazzetto ma anche dei debiti, in un periodo di pandemia in cui è impossibile mettere a frutto le storiche potenzialità della struttura. E con diversi fronti aperti: ristrutturazione da affrontare, incertezza del rapporto con l’Irfis, un possibile contenzioso nei confronti dello storico curatore Giusino «per mancati interventi manutentivi, debiti pregressi e poca attenzione alla riscossione» del canone di Multisport.