Lavori che partono e continuano a partire, ma che puntualmente finiscono per andare alla deriva. Adesso sembra che la copertura sarà pronta entro marzo. Ma «nessuno potrà entrare nella struttura prima dei dovuti collaudi, che dureranno quattro o cinque mesi»
Palasport e Diamante, la telenovela dei cantieri infiniti Coni Sicilia: «Palermo avrà il palazzetto entro il 2020»
La vicenda delle due strutture, inserite nel piano comunale di protezione civile come luoghi sicuri da utilizzare come punti di raccolta in caso di catastrofi o emergenze, sembra ormai più simile a una telenovela. Un lungo sceneggiato fatto di continue speranze, ma senza mai una conclusione. Lavori che partono e continuano a partire, ma che puntualmente finiscono per andare alla deriva. Negli ultimi anni, dal 2017, anche i titoli dei giornali sembrano essere sempre gli stessi: «Palasport, al via i lavori di recupero della struttura, si inizia con la copertura: “Serviranno sei mesi”», scriveva MeridioNews nel febbraio del 2017. I sei mesi sono passati invano, complice anche un’interdittiva antimafia che ha colpito l’azienda che si occupava del cantiere, ma la situazione non è cambiata poi molto. «Palasport Fondo Patti, riparte la ristrutturazione» scrivevamo ancora ad aprile dello stesso anno. E ancora a dicembre: «Una svolta, però, sarebbe vicina: la firma del contratto con la seconda classificata, la Consorzio Stabile Valori, potrebbe arrivare a gennaio (2018 ndr)».
E a gennaio, puntuale, l’annuncio che dà nuova speranza: «Per il Palasport è arrivata una bella notizia: la ripresa dei lavori di manutenzione della copertura, già assegnati una prima volta a giugno 2016 e poi stoppati quando un’interdittiva antimafia ha colpito una delle aziende ausiliarie dell’appalto. “Oggi il cantiere è ripartito”, ha annunciato Arcuri durante la conferenza stampa. L’amministrazione ha chiamato in causa la ditta seconda classificata, la Consorzio Stabile Valori. Importo dei lavori: tre milioni». Fondi a cui si sarebbero aggiunti altri cinque, per un costo complessivo di otto milioni, per ristrutturare l’intero impianto, che avrebbe dovuto costituire, insieme al vicino Diamante, lo stadio del baseball, anche questo abbandonato da anni e, addirittura, a due nuove strutture (pattinodromo e piscina coperta), una vera e propria Cittadella dello sport. Un ottimismo che autorizzava l’inserimento della zona all’interno del piano di protezione civile, vista la programmazione serrata e le scadenze: l’ultima delle quali vedeva l’ormai famigerata copertura – necessaria per iniziare i lavori all’interno del palazzetto – completata entro l’anno appena trascorso.
Ancora una volta, complici le contingenze, la data non è stata rispettata e il palazzetto di fondo Patti, così come il Diamante, langue alla mercé delle intemperie, che certo non favoriscono i lavori, incasellandosi di diritto tra i tanti cantieri infiniti di Palermo. Solo che, a differenza di molte altre opere in sospeso, questa è, come ampiamente detto, una di quelle che dovrebbero garantire sicurezza in caso di emergenza. E al momento invece costituisce solo un rischio.
Sarà compito del Coni occuparsi del rifacimento interno dell’impianto, in sinergia con l’amministrazione comunale. «Stando a quello che ha detto il Comune, a giorni dovrebbero terminare i lavori sul tetto del Palasport – afferma a Meridionews il presidente del Coni Sicilia Sergio D’Antoni – che sono quelli che hanno avuto maggiori ritardi. Credo che entro marzo i lavori sul tetto saranno finiti». Senza che questi siano completati chi si deve occupare del resto non può non solo iniziare ma nemmeno programmare le opere, «in quanto nessuno può entrare dentro la struttura prima che vengano fatti i dovuti collaudi, che dureranno almeno quattro o cinque mesi», sottolinea D’Antoni.
Sono queste le procedure da rispettare per garantire che tutto sia a posto. Il Coni per l’altra parte dei lavori ha dato mandato a Invitalia, stazione appaltante pubblica, per procedere in questi mesi in cui ci saranno i collaudi, all’adozione del progetto e poi alla gara. «A quel punto i lavori che restano – sottolinea il presidente del Coni Sicilia – dovrebbero essere conclusi entro il 2020. Entro il 2020 Palermo, secondo le mie previsioni, avrà finalmente il Palazzetto dello sport. Chiaramente se la tabella di marcia verrà rispettata». Una grande città deve avere «un Palasport degno di tal nome – precisa D’Antoni -sia per l’attività delle squadre palermitane, dalla pallacanestro alla pallavolo, sia per poter ospitare eventi adeguati. Per esempio ci sono stati i mondiali di pallavolo, avrei ottenuto sicuramente che qualche partita si svolgesse qui. Purtroppo senza il palazzetto non si può fare, è una struttura fondamentale». Una vicenda, quella del Palasport, che come detto si lega anche con la ristrutturazione del Diamante, in quanto una parte di questa struttura si può unificare al Palasport per un’utilizzazione condivisa. «Anche se lì i lavori sono fermi – conclude il presidente del Coni Sicilia – il Comune dice che i finanziamenti stanno andando avanti. Cercheremo di fare pressione per ottenere i risultati sperati».
A complicare ulteriormente le cose c’è anche il cambio in corsa voluto dalla maggioranza di Sala delle Lapidi e dal sindaco Leoluca Orlando, che proprio sabato ha cambiato sei ottavi della giunta, con il passo indietro dell’assessore al ramo Emilio Arcuri e l’arrivo alle Opere pubbliche della presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo. «Quando sono arrivata all’Amap – spiega la neo assessora, raggiunta da MeridioNews a margine della presentazione della nuova giunta – ho trovato una situazione molto delicata, ma sono riuscita nel mio compito. Ho saputo solo ieri che avrei ricevuto questo incarico, ho bisogno di tempo per studiare i casi e quelli di ogni cantiere e rendermi conto di cosa si può fare e come, ma la mia storia mi autorizza a essere ottimista».