Francesco Calcagno, classe 1959, è stato ritrovato in un agrumeto di sua proprietà, alla periferia del Comune calatino. Raggiunto da diversi colpi di pistola, è stato rinvenuto dai parenti, dopo essere uscito di casa per andare a lavorare. È noto alle cronache per avere ammazzato il politico palagonese in un bar del centro
Palagonia, ucciso l’assassino del consigliere Leonardo Confessò il delitto, a breve sarebbe iniziato il processo
Francesco Calcagno, 58 anni, è stato trovato morto questa mattina nel suo agrumeto nelle campagne di Palagonia. Il corpo, raggiunto da diversi colpi di pistola, è stato rinvenuto dai familiari, che abitualmente frequentano il terreno. L’uomo è noto alle cronache perché lo scroso 5 ottobre aveva sparato all’allora consigliere comunale palagonese Marco Leonardo. Calcagno, bracciante agricolo, di fronte agli investigatori aveva raccontato di avere ucciso il politico per un debito che Leonardo, o qualcuno a lui vicino, non avevano onorato. Il 58enne aveva precedenti penali per truffa aggravata ai danni dello Stato e ricettazione, ma prima di quel giorno l’omicidio non rientrava nel suo curriculum. La prima udienza del processo sul delitto Leonardo avrebbe dovuto essere fissata nei prossimi giorni.
In base a quanto si apprende, Calcagno si sarebbe allontanato oggi per andare nel suo terreno di campagna alla periferia del paese dell’entroterra etneo. Era a piede libero dopo un periodo trascorso in carcere e un altro agli arresti domiciliari. Successivamente gli era stata riconosciuta la legittima difesa, perché il consigliere Leonardo quella mattina al Cafè Europa del centro cittadino aveva estratto la pistola e sparato anche lui, puntando all’assassino ma ferendo il barista. Il politico 42enne era stato eletto tra le file dell’opposizione con la lista Palagonia futura, nel 2012, e aveva una vita piuttosto chiacchierata, sulla quale pesava anche l’ombra di Cosa nostra. Arrestato nel 2008 per una presunta associazione a delinquere finalizzata alle truffe all’Inps, Leonardo era finito in manette insieme a Franco Costanzo e ad Alfonso Fiammetta. Il primo, detto Pagnotta, è stato condannato per mafia nel processo Iblis per via del suo ruolo all’interno della criminalità organizzata del Comune calatino. Il secondo, secondo gli inquirenti, personaggio in ascesa nello scacchiere della criminalità organizzata etnea.
Per l’omicidio Leonardo, Calcagno era l’unica persona a essere accusata. La sua versione – un delitto maturato per questioni economiche – avrebbe dovuto essere vagliata nel corso del procedimento giudiziario che sarebbe cominciato a breve. L’imputato, però, è stato eliminato prima che potesse arrivare in aula. Sul corpo di Calcagno, al momento, è stata eseguita la sola ispezione cadaverica. Un primo esame superficiale, che non ha ancora chiarito quanti colpi d’arma da fuoco abbiano raggiunto il bracciante agricolo né quale sia stato quello che lo ha ucciso. Sul fatto indagano i carabinieri di Palagonia assieme al nucleo investigativo di Catania, ma per il momento non trapelano ulteriori informazioni. Non si sa se siano stati ritrovati bossoli o se nella zona siano presenti telecamere di videosorveglianza che possano chiarire i contorni della vicenda.