Palagonia, ai domiciliari il consigliere Minore Fermato da carabinieri con una pistola in auto

Lo hanno fermato durante un controllo del territorio, mentre era a bordo della sua automobile. E, perquisendola, hanno trovato in macchina una pistola che non sarebbe stata dichiarata. È con l’accusa di possesso abusivo di arma da fuoco che è finito agli arresti domiciliari il consigliere comunale di Palagonia Salvatore Minore. Eletto tra le file di Uniti per Palagonia, a sostegno dell’attuale sindaco Salvatore Astuti, secondo quanto si apprende Minore, incensurato, non avrebbe fornito spiegazioni ai militari palagonesi che lo hanno fermato.

Gli accertamenti sulla sua posizione sono ancora in corso e gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Tant’è che la notizia – nonostante il fatto si sia verificato all’inizio della settimana – non è divenuta di dominio pubblico fino a questo momento. L’arma che aveva con sé – non addosso, ma custodita nella macchina – è una pistola corta, sulla quale sono stati disposti ulteriori controlli. Minore, classe 1975, si era candidato alla carica di consigliere comunale nel 2012 con la lista Orgoglio palagonese, a sostegno di Francesco Di Stefano sindaco. 

All’epoca aveva ottenuto 139 preferenze ed era stato per cinque all’opposizione del primo cittadino Valerio Marletta. Alle scorse amministrative, a giugno 2017, i voti sono diventati 289 e gli sono valsi un posto nella maggioranza di Astuti. Nonostante i diversi tentativi, MeridioNews non è riuscito a contattare il primo cittadino palagonese. Mentre il vicesindaco, Francesco Paolo Favata, raggiunto telefonicamente, ha dichiarato di non essere a conoscenza dei dettagli della vicenda. «Non ho ricevuto nessuna comunicazione formale in questo senso – dice – Non posso commentare una cosa che mi dice al telefono una giornalista». Rinviando ogni ulteriore affermazione al suo rientro a Palagonia, dopo alcuni giorni trascorsi fuori città. 

Cosa accadrà adesso al Consiglio comunale palagonese è difficile prevederlo. Resta valida l’opzione delle dimissioni spontanee di Minore. Ma se queste non dovessero arrivare, la procedura è un po’ più lunga e prevede l’intervento di procura e prefettura, la successiva presa d’atto da parte del Consiglio e la sostituzione di Minore con l’aspirante consigliere primo dei non eletti, con il meccanismo della cosiddetta surroga. Il municipio palagonese, così, viene di nuovo colpito da uno scandalo legato a un suo esponente. Era successo l’ultima volta a ottobre 2016, con l’assassinio dell’esponente di Palagonia futura Marco Leonardo, già chiacchierato per via dei suoi rapporti di frequentazione con il boss Alfonso Fiammetta

Luisa Santangelo

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