Padre Pino Puglisi, 24 anni fa l’assassinio a Brancaccio Sacerdote ucciso dalla mafia per la sua attività sociale

Ricorre oggi, 15 settembre 2017, il ventiquattresimo anniversario della morte di Padre Puglisi, il prete di Brancaccio ucciso dalla mafia. Ma chi era don Pino e perché fu ucciso dai killer di Cosa nostra? Proviamo a ricordare l’uomo che, con la sua opera per togliere i ragazzi dalla strada, si mise contro i fratelli Graviano, che decisero di toglierlo di mezzo.

Padre Pino Puglisi era nato a Palermo il 15 settembre 1937, in quel quartiere, Brancaccio, dove il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, per la sua attività contro la mafia, avrebbe trovato la morte. Entra nel seminario diocesano nel 1953 e viene ordinato sacerdote il 2 luglio del 1960. L’anno successivo viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del Santissimo Salvatore nella borgata di Settecannoli, una zona della città vicina a Brancaccio. Contemporaneamente è rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi. Nel 1967 diventa cappellano presso l’Istituto per orfani di lavoratori ‘Roosevelt’, sempre a Palermo.In quegli anni svolge anche il ruolo di vicario presso la parrocchia Maria Santissima ma Assunta di Valdesi. Nell’ottobre del 1970 viene nominato parroco di Godrano, paese in provincia di Palermo dove è in corso una faida tra cosche mafiose. Padre Pino Puglisi rimarrà lì fino al 31 luglio 1978, anno in cui, in estate, arriva la nomina a pro-rettore del Seminano minore di Palermo. L’anno successivo, a novembre, diventa direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Quattro anni dopo è responsabile è responsabile del Centro regionale vocazioni e membro del Consiglio nazionale.

Padre Puglisi ha dedicato molta parte della sua vita e della sua attività pastorale ai giovani. Quando dirigeva il Centro diocesano vocazioni erano noti i campi scuola che organizzava. Appuntamenti che costituivano tappe di un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano. Questo sacerdote sempre vicino ai giovani – soprattutto ai ragazzi dei quartieri ‘difficili’ di Palermo – ha insegnato per tanti anni presso tante scuole. Era docente di matematica e di religione. Sono tanti i palermitani che sono stati suoi allievi al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal 1978 al 1993. Nel capoluogo dell’Isola e in tutta la Sicilia è stato protagonista e animatore di tanti movimenti, dall’Azione cattolica alla Fuci, all’Equipe Notre Dame. Dall’aprile 1989 sino alla morte ha dedicato parte della sua attività sacerdotale alla Casa Madonna dell’accoglienza dell’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini, lavorando e sostenendo donne e ragazze in difficoltà. Nel 1992, un anno prima della morte, aveva assunto l’incarico di direttore spirituale nel Seminario Arcivescovile di Palermo.

Risale a due anni prima, nel settembre del 1990, il ritorno nel quartiere Brancaccio: era stato nominato parroco della Parrocchia San Gaetano. Era tornato dove era nato e cresciuto. Un angolo tra i più difficili di Palermo che il sacerdote conosceva meglio di tanti altri. Fu la sua attività pastorale ad attirare su di sé le attenzioni della mafia. Stando alle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, il giorno del delitto don Pino si trovava a bordo della sua automobile, una Fiat Uno di colore bianco. Sceso dall’auto, si era avvicinato al portone di casa. I suoi assassini lo hanno chiamato, il sacerdote si è voltato mentre un altro sicario ha esploso contro il sacerdote uno o più colpi alla nuca. A fare luce sull’assassinio fu il killer di Puglisi. Il 19 giugno 1997 viene arrestato Salvatore Grigoli. Tra le accuse a suo carico, anche l’omicidio del sacerdote. Dopo l’arresto Grigoli comincia a collaborare con la giustizia. Confessa 46 omicidi, pure quello di padre Pino Puglisi. Quel giorno Grigoli era insieme con un altro uomo d’onore di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, che successivamente avrebbe scritto una nuova verità sulla strage di via D’Amelio. Dopo l’arresto Grigoli avrebbe abbracciato il pentimento e la conversione. Fu lo stesso mafioso a raccontare gli ultimi momenti di vita del sacerdote. Sembra che don Pino Puglisi, prima di morire, abbia pronunciato le seguenti parole: «Me l’aspettavo». Stando alle indagini e ai processi, i mandanti dell’omicidio sarebbero i capimafia di Brancaccio, Filippo e Giuseppe Graviano, arrestati il 26 gennaio 1994.


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