La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha chiesto al giudice, già a inizio anno, di chiudere il procedimento nei confronti del primo cittadino. Il suo nome era venuto fuori nell'inchiesta che ha coinvolto anche l'ex deputato Paolo Ruggirello
Paceco, archiviata l’indagine sul sindaco Scarcella Era stato accusato di concorso esterno alla mafia
Non cercò di favorire la mafia. Si chiude con l’archiviazione da parte del gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Dda, la vicenda che aveva coinvolto il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, destinatario nel luglio dello scorso anno di un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ufficio giudiziario della Procura, in risposta a un’istanza presentata nei giorni scorsi dell’avvocato Giovanni Palermo, ha comunicato che il procedimento penale è stato definito con decreto di archiviazione il 5 marzo 2021.
L’inchiesta, in cui era rimasto coinvolto anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello e che aveva portato all’arresto del boss Mariano Asaro e Carmelo Salerno, considerato il capo mandamento di Paceco, ripercorreva le mosse di Asaro per tornare in pista. Una partenza che sarebbe dovuta passare da investimenti diversificati: dal business del fotovoltaico ai centri scommesse, fino all’apertura di un centro dentistico a Paceco. Ed è proprio per superare gli ostacoli burocratici che sarebbe entrato in gioco Scarcella che sin dalle ore successive si era dichiarato estraneo ai fatti.
«L’insussistenza dell’accusa ipotizzata nei confronti del sindaco di Paceco – si legge in una nota del Comune – è stata quindi accertata dagli inquirenti, tanto da chiedere l’archiviazione del caso dopo circa sette mesi dalla notifica dell’avviso di garanzia». Da parte sua, l’avvocato Scarcella non aggiunge altro a quanto già espresso il 16 luglio dell’anno scorso, quando intervenne nella seduta straordinaria del Consiglio comunale di Paceco per chiarire la propria posizione: «Non ho mai favorito la mafia, non ho mai contratto patti, ho mantenuto le distanze e l’ho pure combattuta; ed è giusto che la comunità sappia che io non ero al municipio a intrattenere rapporti e incontri con Tizio o Caio, piuttosto svolgevo, e continuo a svolgere, la mia attività istituzionale nell’assoluto rispetto delle regole e della legalità».