Il calciatore di origini acesi ha realizzato tre reti nelle ultime quattro partite, portando punti pesanti alla causa rossazzurra. Nella città natale ha un negozio di abbigliamento: «Si chiama come i numeri di maglia che indossiamo io e i miei soci», racconta il giovane. Specificando, poi, di non farsi influenzare dalle rivalità
Orazio Urso, l’esterno del Paternò con il vizio del gol «Felice per le reti, cambio di modulo mi sta aiutando»
«Prima con mister Pidatella giocavo come terzo d’attacco, poi abbiamo cambiato modulo passando al 3-5-2, e come ruolo l’esterno di centrocampo mi si addice di più». L’esterno del Paternò, Orazio Urso, spiega così i motivi per i quali nelle ultime giornate sta finendo sempre più spesso nei tabellini alla casella marcatori. «Arriviamo in porta più facilmente – afferma a MeridioNews – e nelle ultime quattro partite ho fatto tre gol. Col Rosolini ho fatto il primo, poi ho segnato contro l’Avola e infine sabato scorso nel derby contro il Biancavilla». E proprio contro i gialloblu, la sua rete è valsa tre punti pesantissimi: «Sono molto felice del gol. Il Biancavilla è secondo in classifica e noi li abbiamo affrontati come dovevamo. Il mio gol vale tre punti, ma non bisogna dimenticare che Stefano Caruso ha parato un rigore sull’1-0».
La squadra etnea puntava a trovarsi più in alto in classifica, ma i rossazzurri non hanno ancora mollato: «L’obiettivo principale erano i play off. La sconfitta contro lo Scordia, però, ci ha tagliato un po’ le gambe, ma dopo la vittoria di sabato ci crediamo ancora. Ci sono ancora tanti scontri diretti, le possibilità ci sono ma non è facile». Nel girone di ritorno, il Paternò ha cambiato marcia: «Dopo la partita di sabato, siamo arrivati a +11 rispetto al girone d’andata. Purtroppo quest’annata è stata fatta di alti e bassi. Non bisogna scordare l’esonero di Coppa, l’arrivo di Pidatella e i giocatori nuovi, quindi l’ambiente non è stato del tutto sereno. La società però ci è vicina». Il segreto per fare bene, secondo l’esterno, è uno soltanto: «Il gruppo è importantissimo, basta guardare l’esempio del Città di Messina. Se c’è il gruppo, una squadra può ambire a qualsiasi risultato. Una formazione composta da nomi forti, che però nello spogliatoio si trova male, non arriverà da nessuna parte».
Classe ’91 e nativo di Acireale, per Urso non è un problema indossare la maglia del Paternò, squadra rivale dei granata: «Sono abituato a fare il professionista, nel calcio come nella vita. Io ogni giorno lotto e sudo per la maglia che indosso, massimo rispetto per il Paternò e anche per l’Acireale». In ogni caso l’attaccamento alla città natale è innegabile: «Se non avessi creduto nella mia città, Acireale, non avrei mai scommesso sul mio futuro qui. Ho un negozio di abbigliamento insieme al mio socio e compagno di squadra Marco Trovato e Acireale quindi è sempre nel mio cuore». L’attività commerciale di Urso richiama in qualche modo all’esperienza calcistica : «Si chiama Treseicinque perché tre, sei e cinque sono i numeri di maglia dei soci del negozio. Il 3 è il mio, poi c’è il 6 di Marco Trovato e il 5 di Peppe Spartà».