E di qualche gorno la notizia dello stato in progressione delloperazione montagna, editata da diversi giornalisti, ne cito uno per tutti, giuseppe lazzaro, direttore responsabile di gl press, ma anche su 98zero e su vari siti che specificamente si occupano della cronaca della provincia di messina, che vede il processo con rito ordinario avviarsi alla sua conclusione.
‘Operazione Montagna’, mafia dei Nebrodi alla sbarra
E di qualche gorno la notizia dello stato in progressione dellOperazione Montagna, editata da diversi giornalisti, ne cito uno per tutti, Giuseppe Lazzaro, direttore responsabile di GL PRESS, ma anche su 98zero e su vari siti che specificamente si occupano della cronaca della provincia di Messina, che vede il processo con rito ordinario avviarsi alla sua conclusione.
Loperazione risale al 22 marzo 2007 con lesecuzione di 39 arresti da parte dei Carabinieri del Ros su una vasta inchiesta condotta dalla Dda di Messina in merito alla questione degli appalti pubblici gestiti dai clan dei Batanesi di Tortorici e delle famiglie mafiose di Capizzi e Mistretta. Due giorni fa la parola, dopo le lunghe battaglie testimoniali di accusa e difesa, è passata al sostituto procuratore Fabio DAnna, che rappresenta la pubblica accusa per conto della Direzione Distrettuale Antimafia. Al termine di un lunga e complessa requisitoria, il pm ha chiesto alla Corte, per i 38 imputati, 32 condanne per oltre 150 anni di carcere e 6 assoluzioni.
Sono 38 gli imputati coinvolti, con le accuse a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, danneggiamenti, porto e detenzione illegale di armi ed esplosivo. Le indagini hanno consentito di accertare che alcuni degli imprenditori in questione riuscivano ad aggiudicarsi lappalto per lesecuzione dei lavori grazie alla presentazione di offerte concordate per predeterminare la media del ribasso di gara. Naturalmente (una natura ormai stravolta), inevitabili atti intimidatori alle aziende concorrenti sono stati messi in opera per costringerle ad usare mezzi e materiali delle società ritenute amiche. Il procedimento Montagna, scrive Lazzaro, ha accertato la forte presenza delle nuove leve della criminalità organizzata di Capizzi e Mistretta, per dominare larea mistrettese, dintesa con il clan dei Batanesi di Tortorici, (…).
Dopo le richieste del pm la parola passa adesso al nutrito collegio difensivo, quindi alla Camera di Consiglio e la sentenza. Lelenco completo di nomi e cognomi e appartenenze dei 38 tra condannati e assolti si può trovare nel sito su citato, nellambito dellarticolo stesso.
Al centro di questo maxi-procedimento, considerato uno dei più importanti degli ultimi anni, ci sono gli interessi delle famiglie mafiose di Capizzi e Mistretta, del clan dei Batanesi di Tortorici e di esponenti criminali dellarea catanese, nonché i collegamenti tenuti con ‘cosa nostra’ per la gestione degli appalti pubblici nella fascia tirrenica e nebroidea. La cosa che preoccupa maggiormente è la conferma dellascesa dei nuovi boss ai vertici delle associazioni criminali dopo che, il 29 novembre 2003, loperazione Icaro aveva provocato un azzeramento dei clan nebroidei (44 arresti allora), dando così inizio a nuovi assetti mafiosi, e la conseguente rassegnazione su quella che possiamo a ragione definire la Storia Infinita, ma, ahimè, non si tratta in questo caso di un film per bambini. Abbiamo di che rallegrarci del lavoro svolto da Carabinieri e Magistrati e di che piangere di quello sagace ab aeternum di cosa nostra, con buona pace dei giudici di cui commemoriamo gli eccidi.
Foto di Mistretta tratta da gruppoamastra.it