La droga consegnata dai balconi con il paniere. Secondo un’organizzazione impeccabile basata su turni di lavoro. Sono state oltre 40 le persone coinvolte nell’operazione antimafia Locu, che a Catania ha colpito il clan Cappello-Bonaccorsi. Condotta da 300 agenti di polizia, ha portato 36 persone in carcere e 5 ai domiciliari. Tutte accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; detenzione e cessione di sostanze stupefacenti; associazione di tipo mafioso al clan Cappello-Bonaccorsi; detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.
L’indagine – che si è avvalsa di videoregistrazioni e di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche – è partita nel maggio 2020 ed è intervenuta su una delle più ricche piazze di spaccio catanesi, nel rione San Cristoforo, storicamente presidiata dal clan Cappello-Bonaccorsi. Cocaina, crack, marijuana e hashish sarebbero state cedute sia in strada sia in case gestite dal clan e abitualmente usate per attività di spaccio. Dai video delle forze dell’ordine è risultato che al capo piazza la droga veniva consegnata anche tramite cesti calati dal balcone con una corda. I pusher lavoravano su turni orari nell’arco della giornata e la piazza di spaccio sarebbe stata rifornita di cocaina da tre diversi canali: il primo legato all’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, il secondo legato a un’altra frangia dello stesso clan, il terzo riconducibile a un soggetto che potrebbe essere un grosso trafficante di droga.
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