Operaio morto ai Caraibi: «Condizioni di lavoro disumane sulla Carnival Paradise»

«Un colpo di calore dovuto a condizioni di lavoro disumane» a bordo della nave Carnival Paradise ai Caraibi: è quanto accertato dalla consulenza medico-legale sul cadavere di Alfio Torrisi, l’operaio di 54 anni, originario di Riposto nel Catanese morto a febbraio del 2024 alle Bahamas e poi rientrato in Italia senza organi. Ne dà notizia l’avvocato Antonio Fiumefreddo, legale della famiglia.

Arrivato senza organi interni

«La consulenza medico-legale, conferita dalla Procura distrettuale della Repubblica – spiega il legale – ha svelato la verità sulla morte di Alfio Torrisi. Malgrado l’inquietante arrivo della salma in Italia senza gli organi: fu un colpo di calore dovuto a condizioni di lavoro disumane».

Fiumefreddo esprime: «Profonda riconoscenza e plauso al professore Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina Legale dell’Università di Catania e alla procura etnea. Per l’eccellente lavoro d’indagine scientifica che ha consentito di ricostruire con precisione la causa della morte dell’operaio».

Torrisi è deceduto per un colpo di calore

La consulenza medico-legale ha infatti confermato in pieno l’ipotesi denunciata dai familiari. Il medico ha infatti accertato che Torrisi è deceduto per un colpo di calore, determinato dalle condizioni estreme e disumane di lavoro cui era stato costretto a bordo della nave. Giornate di 14-16 ore consecutive sotto un sole tropicale, elevatissima umidità, assenza di pause, di protezioni e di adeguata assistenza sanitaria.

Quelle condizioni ambientali e organizzative del lavoro configuravano un rischio fisico estremo e prevedibile, mentre nessuna patologia preesistente è stata ritenuta responsabile decesso. Invece, la causa della morte è stato un colpo di calore con esiti multiorgano, tipico dei casi di esposizione prolungata a temperature critiche.

Condizioni di lavoro estreme

«Particolarmente significativo – ha dichiarato l’avvocato Fiumefreddo – è il fatto che la salma di Torrisi sia giunta in Italia priva degli organi interni, circostanza che, di fatto, avrebbe potuto impedire ogni accertamento sulla vera causa del decesso. Nonostante ciò, Pomara ha ricostruito scientificamente il quadro patogenetico servendosi dei più innovativi protocolli della moderna medicina legale. Ha applicato metodiche di analisi e comparazione avanzate, che hanno consentito di superare la dispersione degli organi. Individuando comunque con certezza il colpo di calore come causa esclusiva della morte».

Necessario accertamento delle responsabilità

L’avvocato ha infine ribadito che i familiari di Alfio Torrisi continueranno a battersi affinché tutte le responsabilità vengano accertate, perché «solo riconoscendo le colpe di chi lo ha mandato a morire sotto il sole potremo dare pace alla sua memoria e giustizia al suo sacrificio».


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