La giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ha votato contro la richiesta di processare l’ex ministro degli Interni Matteo Salvini per i fatti connessi al caso Open Arms. Il voto dell’organismo parlamentare è arrivato in mattinata. I senatori si sono pronunciati sull’istanza partita dal tribunale dei ministri di Palermo, dove erano finite le carte sull’indagine aperta in prima battuta dalla procura di Agrigento.
La votazione, in un primo tempo pronosticata in bilico, ha visto un esito schiacciante: 13 a 7 i voti per il no al processo. A dirsi contrari sono stati i cinque senatori della Lega, i quattro di Forza Italia, il senatore Meinhard Durnwalder, l’esponente di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, la cinquestelle Alessandra Riccardi e infine Mario Giarrusso, l’ex grillino siciliano espulso dal partito per i ritardi cronici nelle restituzioni. A ritenere che il leader del Carroccio debba essere processato per il reato di sequestro di persona sono stati invece Anna Rossomando (Pd), Pietro Grasso (Leu), quattro senatori M5s, e l’ex cinquestelle Gregorio De Falco. A pesare nel verdetto è stata anche la scelta di Italia Viva, presente in giunta con tre senatori, di non partecipare al voto.
La palla adesso passerà comunque a palazzo Madama che entro la fine del mese prossimo dovrà esprimersi a maggioranza assoluta (161 voti) sul destino processuale di Salvini. Il senatore leghista è già stato rinviato a giudizio – l’udienza è slittata a ottobre – per una vicenda simile, quella legata alla nave Gregoretti della guardia costiera costretta al largo del porto di Catania per il divieto allo sbarco imposto dall’allora capo del Viminale. Ancora prima, invece, Salvini era stato salvato dall’accusa di sequestro per lo stop alla nave Diciotti. In quel caso decisivo fu il Movimento 5 stelle, all’epoca alleato di governo.
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