Arriva a un punto l'indagine nata dall'uccisione di una donna, nel 2014, trovata cadavere all'interno del cimitero di Catania. Secondo gli investigatori, supportati dai rilievi della scientifica, ad aver compiuto il fatto sarebbe stato Angelo Fabio Matà, parente della vittima, difeso dall'avvocato Giuseppe Lipera
Omicidio Velardi, la polizia arresta il figlio della donna Mobile: «Univoci e concordanti indizi di colpevolezza»
Erano tre inizialmente gli indagati per l’uccisione di Maria Concetta Velardi ma, questa mattina, gli uomini della squadra mobile di Catania hanno arrestato il figlio della donna, Angelo Fabio Matà, ritenuto responsabile del reato di omicidio aggravato in pregiudizio della madre. Le indagini, effettuate in seguito al ritrovamento del cadavere della vittima all’interno del cimitero di Catania, secondo quanto riporta la polizia, hanno consentito di acquisire «univoci e concordanti indizi di colpevolezza» nei confronti dell’arrestato e di «svelare il movente dell’omicidio».
Una svolta dunque, a cui gli investigatori sono arrivati grazie al contributo della scientifica che ha analizzato il dna delle tracce biologiche ritrovate sul luogo del delitto. Secondo quanto sostenuto fin dall’inizio, dopo aver accompagnato la madre fino alla cappella di famiglia, l’uomo si sarebbe allontanato, come faceva d’abitudine, per prendere un caffè per sé e la donna in un bar nelle vicinanze. Al suo ritorno avrebbe ritrovato la madre colpita a morte con un sasso in pietra lavica e dato l’allarme.
Nei giorni successivi all’assassinio di Maria Concetta Velardi si erano fatte ipotesi su una presunta pista passionale. Ad alimentarla la presenza nei vialetti del campo santo di un uomo, un 37enne amico della donna, interrogato proprio nella notte dell’omicidio, e quella del cosiddetto uomo delle caramelle, un distinto signore che sarebbe stato solito passeggiare per i viali del cimitero offrendo delle caramelle alle donne che incontrava, compresa la vedova Velardi.