Omicidio Santapaola-Sedici, inchiesta ferma al palo «Nessun riscontro alle accuse del pentito La Causa»

«Enzo Santapaola mi disse “Sai chiddu ca fare comu veni Angelo“», «Orazio Magrì si avvicina a Nicola Sedici e gli esplode un solo colpo di pistola in testa», «Passa qualche secondo e spara un colpo al petto di Angelo Santapaola, lui cade all’indietro e poi lo finisce in testa». Sono accuse come queste, pronunciate con nomi e cognomi dal pentito Santo La Causa nel 2012, a svelare per la prima volta agli inquirenti i presunti protagonisti del duplice omicidio di Angelo Santapaola e Nicola Sedici. Un delitto che segna lo spartiacque delle dinamiche recenti di Cosa nostra catanese, perché a morire nell’estate 2007 non sono un mafioso qualunque e il suo guardaspalle. Ma un boss di spicco con un cognome pesante, tanto da essere riuscito a diventare l’interlocutore principale di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, i capimafia palermitani che volevano riportare Cosa nostra ai fasti di un tempo.

Passati cinque anni dalle dichiarazioni di La Causa ci sono due condannati in Appello. Il primo, all’ergastolo, è il capo provinciale etneo di Cosa nostra Enzo Aiello, l’altro è Salvatore Di Bennardo che in questa storia avrebbe avuto un ruolo secondario nelle presunte operazioni di pulizia di una macchina. Resta al palo invece un altro fascicolo, quello nato dalle accuse di La Causa, su dodici boss che avrebbero partecipato, con compiti e ruoli differenti, al duplice omicidio. Tra di loro ci sono anche Enzo Santapaola e Orazio Magrì, che vengono accusati dal pentito di essere il presunto mandante e l’esecutore materiale. Ed è proprio su questo punto che il procuratore capo Carmelo Zuccaro spiega a MeridioNews: «Non abbiamo ancora trovato riscontri e quindi non è stata mai esercitata l’azione penale. Quando maturano i tempi per la conclusione delle indagini senza trovare riscontri, la via da seguire è quella di chiudere il fascicolo in attesa che possano emergere ulteriori indicazioni e, in quel caso, riaprirlo. Altrimenti non si potrebbero più fare indagini».

Il sopralluogo e la nuova inchiesta
L’ex reggente dei Santapaola-Ercolano Santo La Causa, che ad oggi è considerato tra i più attendibili collaboratori degli uffici giudiziari etnei, nel 2012, subito dopo il suo pentimento, svela nomi e cognomi di chi sarebbe stato presente durante il delitto, consumato dentro a un capannone di un macello abbandonato in contrada Milisinni, nei pressi della zona industriale di Catania. La procura apre un fascicolo e i militari del Reparto investigazioni scientifiche di Messina recuperano alcune prove: un frammento osseo, delle tracce di sangue umano e tre bossoli di pistola calibro 9. Tutti elementi che poi vengono comparati con quelli recuperati nel 2007 in un casolare di contrada Monaco, nei pressi di Ramacca, dove i corpi di Santapaola e Sedici vengono trasportati e bruciati dopo l’omicidio. Le salme, avvolte dentro a sacchi di plastica neri, sono quasi del tutto irriconoscibili ma un particolare sfugge agli assassini. Alle dita delle due vittime vengono lasciate le fedi nuziali con l’incisione dei nomi delle rispettive mogli. Con la richiesta d’incidente probatorio e la nuova indagine della procura finiscono indagati lo stesso La Causa insieme a Orazio Cocimano, Natale Filloramo, Orazio Magrì, Antonino Motta, Carmelo Puglisi, Enzo SantapaolaMaurizio Zuccaro, Francesco e Massimo Amantea, Daniele Nizza e Carmelo Puglisi.

Le dichiarazioni di La Causa
«Quel giorno eravamo parecchi e armati», racconta il pentito. Tra i casolari di contrada Milisinni deve svolgersi un faccia a faccia chiarificatore con i Lo Piccolo, che però non si presentano all’appuntamento. In mezzo a decine di persone, stando a quanto riferito da La Causa, ci sarebbe stato anche Enzo Santapaola, figlio di Benedetto «che era il capo assoluto mentre Angelo Santapaola era un reggente operativo». Non tutti però sono a conoscenza della presenza del primo: «L’abbiamo fatto mettere all’inizio dei capannoni mentre gli altri erano in fondo». Il mancato incontro con i palermitani avrebbe mandato su tutte le furie Enzo ‘u nicu, che avrebbe ordinato a La Causa l’omicidio: «Sai chiuddu ca fari tu comu veni Angelo», gli avrebbe detto. 

Il duplice omicidio
Dopo questa frase il figlio del boss Benedetto sarebbe andato via, prima dell’arrivo di Angelo Santapaola in compagnia di Nicola Sedici. «Mi ricordo l’espressione sua che disse “Fa caldo, entriamo dentro uno dei capannoni” – prosegue La Causa -. Magrì si mise in disparte, vicino a un muro in attesa di un mio segnale. Prima dell’arrivo di Santapaola avevo concordato con lui che appena facevo un segnale interveniva, nel senso che estraeva la pistola e sparava a Nicola Sedici mentre per Angelo Santapaola me la vedo io». Qualcosa nella comunicazione tra i due però non funziona: «Mi sono girato per guardare Orazio Magrì e lui a un certo momento si avvicina a Nicola Sedici e gli esplode un solo colpo di pistola. Santapaola si altera, io rimango di sasso, come tutti gli altri perché non avevo fatto nessun segnale. Passò qualche secondo e dopo questi tentennamenti Magrì, guardandomi in faccia, spara un colpo al petto anche ad Angelo facendolo cadere all’indietro per due metri e poi gli sparò in testa». 


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]