Giuseppe Ficarotta, 56 anni, nato a Liegi ma con origine palermitane. È questo il nome della persona arrestata ieri dalle autorità belghe per l’omicidio di Salvatore Catalano, il sessantaseienne originario di Lercara Friddi ucciso a colpi di fucile mentre sorseggiava un caffè nel bar Le Huit, domenica mattina. Gli agenti sono risaliti a lui grazie alle immagini riprese dalle telecamere della zona. Sul caso, in un primo momento, anche la Mobile di Agrigento, si era interessata per chiarire se questo delitto potesse essere in qualche modo collegato agli omicidi avvenuti nei mesi scorsi, sempre nella cittadina belga, dove hanno trovato la morte altri due siciliani, il cinquantenne di Favara Rino Sorce e il ventottenne di Porto Empedocle Mario Jakelich.

Collegamenti che, a oggi, sulla base dei primi riscontri raccolti dagli investigatori del luogo, non sembrerebbero sussistere. Dal Belgio, infatti, la ricostruzione che sta prendendo corpo – secondo la squadra Mobile di Agrigento – sarebbe quella di una vicenda nata e finita in un contesto locale. E anche i dati acquisiti in merito alla vittima e al presunto killer non avrebbe fornito alcuno spunto investigativo agli agenti siciliani, che hanno cercato di incastrarli con quelli già in loro possesso, relativi alle indagini sui casi precedenti, che restano aperti. «Due personaggi a noi sconosciuti», sottolineano infatti.

È ancora un mistero, però, il movente che avrebbe spinto il killer ad uccidere Catalano che, secondo il nipote, non avrebbe avuto né debiti né conti in sospeso con qualcuno. Ficarotta, intanto, che lavora poco distante dal luogo dell’omicidio e forse conosceva la vittima di vista, continua a respingere tutte le accuse e, secondo quanto riportato dal giornale locale LaMeuse.be, a dirsi estraneo all’omicidio.