Continua a essere senza un nome il ragazzo tunisino ucciso venerdì notte nel quartiere San Berillo. Quasi sicuramente, secondo i carabinieri che indagano, si tratta di un clandestino. Il lavoro degli inquirenti è ancora in alto mare; l'assassinio sarebbe maturato all'interno delle dinamiche della micro-criminalità nella zona. «Attualmente non ci sono altri sviluppi», spiega il capitano Francesco Falcone
Omicidio in via Pistone, indagini aperte Ancora sconosciuta l’identità della vittima
Sono ancora in alto mare le indagini sull’omicidio di venerdì notte, quando un giovane extracomunitario è stato ucciso a colpi di pietra in via Pistone, a San Berillo. Nessun documento ha permesso l’identificazione del giovane e non si sono fatti ancora avanti testimoni che possano fornire informazioni sul suo nome o sulla dinamica dell’assassinio. L’unica certezza per i carabinieri della compagnia di piazza Dante – titolari delle indagini – sono le origini tunisine della vittima. «Quasi sicuramente si tratta di un clandestino – afferma il capitano Francesco Falcone – Ma attualmente non ci sono altri sviluppi».
Un delitto brutale, commesso utilizzando probabilmente come arma un sasso che ha sfigurato il volto dell’uomo, e maturato nell’ambiente della micro-criminalità dell’ex quartiere a luci rosse di Catania. Oltre all’identità del giovane, è sconosciuto anche il movente del suo barbaro omicidio. Secondo le voci di quartiere, l’ipotesi più probabile è quella di un litigio avvenuto dopo una rapina nella zona di piazza Teatro Massimo. «Forse è il rasta, il fratello di Assan, va spesso in giro a fare furtarelli, deve aver litigato con qualcuno per la refurtiva», ha affermato un giovane che lavora nella zona. Il corpo della vittima è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria: nessuno lo ha finora richiesto.