Omicidio al Capo, confermate condanne a 20 anni Il delitto per vendetta tra le bancarelle del mercato 

Vent’anni in abbreviato. La seconda sezione della corte d’assise d’appello di Palermo conferma le condanne inflitte in primo grado nei confronti del 25enne Calogero Pietro Lo Presti e il 29enne Fabrizio Tre Re. I due erano imputati per l’omicidio di Andrea Cusimano, un fruttivendolo che aveva una bancarella al Capo, ucciso la mattina del 26 agosto 2017 proprio per i vicoli del mercato storico, freddato con diversi colpi di pistola. L’omicidio dopo un inseguimento tra le bancarelle dei mercatari, in pieno giorno. I giudici del collegio presieduto da Mario Fontana hanno ritenuto che non ci fosse da ritoccare in alcun modo la sentenza di primo grado, del gup Marcella Ferrara. 

Secondo la ricostruzione dell’accusa, rappresentata in primo grado dal pm Amelia Luise e in appello dalla pg Rita Fulantelli, Lo Presti, nipote e omonimo di uno dei capimafia del mandamento di Porta Nuova, avrebbe agito per vendetta nei confronti del fratello di Cusimano, che la sera prima del delitto avrebbe schiaffeggiato il padre dell’imputato in una bettola della Vucciria, altro popolare mercato di Palermo. Non avendo trovato Francesco Cusimano, Lo Presti litigò con Andrea Cusimano, ferendolo al volto. Poi sarebbe tornato a casa a prendere una pistola e, accompagnato in auto da Tre Re, sarebbe andato a sparare a Cusimano.

Il giovane venne colto sul fatto da due carabinieri di passaggio, che stavano andando nella vicina caserma Carini per iniziare il turno di lavoro. Uno dei due dovette materialmente estrarre a forza Lo Presti dalla Smart nera con cui Tre Re stava cercando di portarlo via dal luogo dell’agguato: le persone attorno alla scena avrebbero chiesto al militare di lasciarlo andare e non lo avrebbero aiutato in alcun modo a immobilizzare l’assassino. 


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