Non c’è da attendersi alcuna mossa da parte della Regione nella vicenda della discussa autorizzazione ambientale in mano a Oikos. Non prima, perlomeno, che la giustizia amministrativa completi il percorso di accertamento di ciò che è avvenuto nella discarica Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia, in particolare per quel che riguarda il presunto ampliamento che la ditta di proprietà della famiglia Proto avrebbe effettuato senza autorizzazione. La conferma arriva dal dirigente generale del dipartimento regionale ai Rifiuti, Calogero Foti, che a MeridioNews fa sapere che, prima di adottare qualsiasi decisione, a Palermo aspetteranno di «conoscere gli esiti della consulenza che il Tar ha chiesto all’Università di Reggio Calabria in merito a ciò che concerne la particella catastale 131».
La volontà di attendere gli sviluppi della querelle giudiziaria legata al ricorso – presentato dai Comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco e dalle associazioni Legambiente e Zero Waste Sicilia, contro il rinnovo dell’Aia concessa dalla Regione nel 2019 – è da intendersi come una scelta non obbligata. Negli uffici palermitani, infatti, è aperto da marzo dello scorso anno l’iter di revisione dell’autorizzazione integrata ambientale. Una procedura indipendente che era stata chiesta espressamente dal presidente Nello Musumeci, a ridosso del deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado del processo Terra mia, in cui sono stati condannati per corruzione l’imprenditore Domenico Proto e il funzionario regionale Gianfranco Cannova. «Bisogna fare chiarezza sugli aspetti che riguardano la sicurezza della discarica – dichiarò oltre un anno fa il governatore -. La Regione ha il dovere di sapere, e di far sapere alla gente, se esistono problemi di tipo logistico, ambientale e, soprattutto, che riguardano la salute dei cittadini».
L’obiettivo era quello di sgomberare il campo da qualsiasi dubbio che potesse riguardare il tortuoso iter che nell’estate di due anni fa ha portato al rinnovo dell’Aia ottenuta un decennio prima a Oikos. Via libera che era arrivato dopo che un lustro prima, nel 2014, la Regione aveva comunicato il diniego dell’istanza ai Proto, determinando la conseguente chiusura della discarica. Una decisione che aveva retto davanti al Tar, ma che poi era stata stoppata dal Consiglio di giustizia amministrativa che aveva accolto il ricorso dell’impresa. In direzione della chiarezza invocata da Musumeci, è stato chiesto alla commissione tecnica-specialistica della Regione di rilasciare un parere consultivo sulla compatibilità ambientale della discarica Valanghe d’Inverno alla luce della normativa in vigore.
Il documento, che è stato inviato a fine settembre dello scorso anno, contiene una lunga serie di criticità che mettono in discussione l’Aia. In questi undici mesi, tuttavia, a Palermo non è accaduto nulla o quasi. Di certo c’è che non è stata presa alcuna decisione. «Aspetteremo il Tar, ma faremo anche altro: nomineremo una commissione che esamini l’Aia non solo per quel che riguarda la valutazione dell’impatto ambientale, ma l’intero iter», rivela Foti. Qualcosa del genere – un organismo deputato a esaminare le autorizzazioni ambientali rilasciate ai privati dalla Regione – era stato fatto dall’ex assessore Alberto Pierobon, ma poi la commissione aveva presentato le proprie dimissioni nel momento in cui Musumeci ha deciso di dare una nuova guida all’assessorato nominando Daniela Baglieri. «Sarà composta da professionalità di primissimo piano, vogliamo fare le cose per bene», assicura il dirigente generale. Che sui nomi però non si sbottona: «La nomina sarà fatta dall’assessora». Non resta quindi che aspettare. Tanto per cambiare.
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