Presentato a villa Malfitano il protocollo d'intesa tra Coppem e Cunes, mirato alla costruzione di una rete di salvaguardia e promozione delle culture dell'area mediterranea. Nel pomeriggio la firma ufficiale. L'assessore Raimondo: «Sicilia è ciò che è solo grazie alle diverse successioni di civiltà e culture, oggi il patrimonio frutto di tale convivenza è la nostra ricchezza»
Oggi la firma del protocollo tra Coppem e Cunes Nasce la Rete Città Unesco del Mediterraneo
A distanza di quattro anni, questo pomeriggio, vedrà la luce ufficialmente il protocollo d’intesa tra Coppem – Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali e Cunes – Comuni Unesco Sicilia. Era infatti il 2011 quando venne siglato l’accordo tra Coppem e Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, mirato alla tutela del patrimonio ambientale e culturale del Mediterraneo.
«Siamo nella regione con il maggior numero di siti Unesco nel mondo – spiega Paolo Patanè, direttore Cunes –. Coppem e Cunes oggi uniscono le forze per dare un contributo alla centralità dell’area mediterranea. Gli effetti concreti del protocollo vedranno una forte sinergia tra le diverse parti della Sicilia ed un ragionamento sulla bellezza in questo momento storico e in questo luogo, dove di fatto c’è in atto un genocidio. – Continua – Quella di Coppem e Unesco è una sfida per la democrazia, per il benessere delle persone. Ragioneremo anche di sicurezza in termini molto alti e faremo la nostra parte per l’emergenza umanitaria, riprendendo un dialogo con i paesi sulla sponda sud del mar Mediterraneo».
«Il Coppem promuove questa attività nell’ambito dell’anno europeo dell’educazione allo sviluppo. – afferma Natale Giordano, responsabile 4a commissione Coppem -. Per la Sicilia tutta è un’occasione speciale, l’assemblea generale Unesco che si terrà a Bonn la prossima settimana vedrà il sito seriale Arabo Normanno divenire patrimonio mondiale dell’umanità. Non è un caso che la firma di questo pomeriggio avverrà a Monreale, uno dei luoghi di maggiore attrattiva culturale e luogo simbolo dell’unicum sincretico rappresentato dall’Arabo Normanno. Rilanceremo una rete unita e cooperativa, tesa al ritrovamento degli antichi fasti, delle città Unesco del Mediterraneo. Procederemo nella valorizzazione degli attrattori culturali e turistici, lavorando per ricostruire un’identità lacerata».
Obiettivi ambiziosi quelli del coordinamento Comuni Unesco Sicilia. I 6 siti Unesco siciliani, composti da 44 Comuni, stanno per acquisirne un settimo. «Il 2 luglio Monreale, una delle tre città del percorso Arabo Normanno, vedrà la sua consacrazione a patrimonio dell’umanità nella world heritage list. – Continua Patanè. – Ma le ragioni dietro tale protocollo rispondono anche alla convenzione di Barcellona, passaggio storico delle riflessioni sulla democrazia nel Mediterraneo e i relativi legami sociali e culturali. Impossibile slegare la cultura dalla democrazia, il patrimonio artistico è rappresentativo di una cultura democratica e della salvaguardia dei diritti umani, va tutelato anche in quei paesi che oggi sono minacciati dal terrorismo distruttivo. Per questo motivo oggi ragioniamo insieme sui valori dell’Unesco, sull’educazione e sulla bellezza nel senso più ampio del termine, attivando dinamiche di salvaguardia in Sicilia e nelle aree mediterranee, parti di mondo che oggi vivono una situazione difficile».