«Io sono la persona che ha minacciato il primo cittadino, ma sono un padre di famiglia». Si presenta così, in un nuovo video pubblicato su Tiktok, il 50enne catanese che aveva promesso al sindaco di Catania Enrico Trantino: «La prima volta che ti vedo, ti apro la testa con colpi di casco». Un avvertimento lanciato […]
Le scuse e accuse dell’uomo che ha minacciato il sindaco di Catania: «Quella è estorsione, si dimetta»
«Io sono la persona che ha minacciato il primo cittadino, ma sono un padre di famiglia». Si presenta così, in un nuovo video pubblicato su Tiktok, il 50enne catanese che aveva promesso al sindaco di Catania Enrico Trantino: «La prima volta che ti vedo, ti apro la testa con colpi di casco». Un avvertimento lanciato via social dall’uomo che si era ritrovato le ganasce all’auto parcheggiata in modo irregolare in via Santa Sofia, strada che porta al Policlinico universitario, con il rischio di intralciare il servizio delle ambulanze. Questa volta, i toni del video sono pacati e la ripresa comincia con delle scuse «perché la violenza e le minacce non sono giustificabili, ho sbagliato». Ma, c’è un ma. E le iniziali scuse si trasformano presto in accuse e nella richiesta di dimissioni al primo cittadino etneo. «In quel momento – continua l’uomo – io non avevo soldi, loro ti imponevano “O mi dai i soldi, o prendo la macchina e la metto sul carro attrezzi”. A casa mia, si chiama estorsione».
Nel contenuto pubblicato sul profilo social, il 50enne spiega di avere una moglie cardiopatica e una figlia con necessità di fare delle visite in ospedale. «Non ci si va per gioco. Ho visto la ganascia e non ci ho visto più, è stato un momento di rabbia», prova a giustificarsi. «Io con il signor sindaco non ho niente, per me può andare tranquillamente» assicura, prima di rivolgersi direttamente a Enrico Trantino in persona, nella speranza – alimentata dal sollecito a condividere il suo video – che il messaggio arrivi al diretto interessato: «Come tanti cittadini catanesi – dice – vorrei che lei si alzi da quella sedia e se ne vada a casa sua, perché non sa amministrare Catania e la sta rovinando». Come esempio a sostegno della sua tesi, l’uomo cita l’investimento per le piste ciclabili e suggerisce, piuttosto, di pensare a «sistemare le buche e le voragini delle strade». Poi, per chiudere, torna sulla questione che gli sta più a cuore: «Dove sono le aree pubbliche dove potere parcheggiare?».