Nuovo ticket sanitario, la rivolta dei farmacisti

Dove si pagherà e soprattutto chi riscuoterà per la Regione siciliana il ticket di un euro sulle ricette mediche? Una domanda la cui risposta sembrava  quasi scontata: in farmacia. Questa convinzione non ci ha indotto a chiedere ulteriori chiarimenti in merito, quando lo scorso 29 dicembre scorso, il governatore Rosario Crocetta ed il suo assessore all’Economia, Luca Bianchi, hanno annunciato il nuova balzello.

Una svista, che richiede un’ammissione di colpa dal momento che i farmacisti non hanno accolto di buon grado la notizia apparsa l’indomani su tutti i media regionali. La prima levata di scudi contro il provvedimento, che secondo le stime del governo farà incassare alla Regione 15 milioni di euro, è arrivata dal presidente di Utifarma Palermo, Roberto Tobia. “Comprendiamo le motivazioni della Regione siciliana di far cassa, ma certamente questa iniziativa lascia a desiderare sul metodo”, afferma Tobia. Perché? “Innanzitutto non crediamo sia giusto far pesare sui cittadini, in un periodo di totale incertezza economica, un ulteriore aggravio per l’acquisto di farmaci, posto che in Sicilia già si paga uno dei ticket più alti d’Italia (ci fanno buona compagnia Lazio e Campania, ndr).

Poi, non si può chiedere alle farmacie di farsi carico di un altro servizio, in un momento nel quale queste si trovano a dover fronteggiare una situazione congiunturale piuttosto pesante dovuta anche alla riduzione dei margini sulle ricette del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Questo sta mettendo a dura prova molte farmacie, che non riescono più a sostenere il sistema con il rischio grave di dover ridimensionare l’organico a tutto danno della qualità dell’assistenza al malato. Noi svolgiamo un importante funzione all’interno del Ssn, essendo il terminale a cui il cittadino si rivolge per l’accesso al farmaco”. Cosa chiedete al presidente della Regione? “Ci aspettiamo di essere convocati ad un tavolo di confronto prima che la misura passi il vaglio dell’Ars il prossimo aprile, per discutere di questo e molte altre vicende che riguardano il sistema farmacie”.

Anche Sicilfarma, il sindacato dei farmacisti titolari e non, si schiera contro il pagamento del ticket. “Noi non vogliamo fare gli esattori per la Regione siciliana”, fanno sapere. Abbiamo quindi chiesto al diretto interessato, l’assessore Bianchi (non ci è stato possibile raggiungere Lucia Borsellino, la titolare della Salute), il quale cascando dalle nuvole ha risposto con una domanda: “Ma non saranno le farmacie a riscuotere il ticket”? No, assessore, i farmacisti si rifiutano. “Ma accade così in tutta Italia ed è per questo che non ci siamo posti il problema”. Il problema esiste, replichiamo, perché i farmacisti siciliani come tutti i farmacisti d’Italia raccolgono già i ticket per dispensare i farmaci, mentre questo da voi ipotizzato sarebbe un ulteriore balzello per la sola prescrizione (farmaci, analisi, ricoveri, visite). “Ebbene da parte nostra c’è la volontà di aprirci al confronto con le parti interessate, per discutere insieme sui metodi da adottare”. Un Auspicio. Ci auguriamo che il confronto teorico dichiarato dall’assessore non segua la strada degli annunci del precedente governo, che mai o quasi mai si è seduto con le parti sociali.


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