Case popolari e progettazione partecipata a Ballarò «Dialogo coi mercatari, entro gennaio al Comune»

Non solo case ma anche possibilità di rilanciare la propria attività lavorativa. Una nuova visione di contesto complessiva che nasce dal dialogo con le realtà presenti sul territorio. Sempre di più a Palermo si moltiplicano le occasioni di confronto agevolate anche dai Consigli in strada promossi dalla Prima Circoscrizione e dalla voglia dei cittadini di far sentire con forza la propria opinione per il rilancio della città. Un esempio ne è la prossima realizzazione della copertura in ferro che richiami l’ex Capannone liberty disegnato dal Basile nel mercato di Ballarò, in piazza del Carmine. Il progetto presentato dallo Iacp rientra tra quelli finanziati nell’ambito dei fondi Po-Fesr 2014-2020, insieme alla realizzazione di 15 alloggi negli isolati 2c e 2d nel quartiere Albergheria e a cinque alloggi in via Chiappara al Carmine. L’importo totale dei progetti approvati nell’area dell’Albergheria è superiore a sei milioni di euro. Finanziata anche la valorizzazione e il recupero funzionale di un immobile in via Notarbartolo e la realizzazione di cinque alloggi in via Boito.

Mentre quanto sarà realizzato a Ballarò rientra, affermano dallo Iacp, nella strategia dell’Asse 9 inclusione sociale del Po-Fesr Sicilia. Gli interventi da realizzare in particolare non sono concepiti solo sulla base della dimensione architettonica, ma vengono valutati anche per l’insieme degli aspetti sociali, economici ed urbanistici che denotano e qualificano determinate aree. In quest’ottica sono state coinvolte le comunità presenti nel territorio che hanno proposto gli interventi a servizio del quartiere.

Monica D’Agostino, in qualità di Rup (responsabile unico del procedimento), riferisce che «in questo momento siamo in una fase progettuale. Stiamo cercando di portare avanti questo esperimento di progettazione partecipata insieme ai mercatari di Ballarò per evitare di imporre questa copertura senza che loro ne sappiano niente, perché magari il rischio è che non la utilizzino». Un’altra cosa da fare secondo l’architetto è «levare anche tutte le baracche che sono state create in piazza del Carmine anche sotto la chiesa e posizionare sotto questa copertura in ferro dei piccoli gazebo, dei casottini auotonomi che si possano tenere aperti mentre c’è la vendita, da richiudere poi con delle saracinesche o delle grate in ferro. Questo per fare in modo che non le debbano smontare ogni volta che vanno via, un po’ anche per rendere più armonioso e ordinato il contesto». 

Nelle intenzioni di chi ha stilato il progetto, che deve comunque passare al vaglio del Comune, il resto della piazza dovrebbe essere tutto pavimentato lasciando spazio per una strada che gira intorno alla zona pedonale. «Nella porzione non interessata dalla copertura – continua D’Agostino –  si potrebbero mettere delle postazioni dedicate agli ambulanti già predisposte in modo che ci sia anche questa volta maggiore ordine». La settimana scorsa sono già venute fuori delle richieste durante un altro incontro con i mercatari. È sfumata così l’idea di dividere il mercato ortofrutticolo da quello del pesce perché i venditori vogliono che sia rispettata la sequenza di distribuzione attuale. Per questo è stato realizzato anche un censimento delle strutture presenti. «I primi di gennaio ci rivedremo per una revisione del progetto per poi presentarlo al Comune entro lo stesso mese. In generale avvieremo le procedure per la realizzazione degli interventi entro il 2018», sottolinea l’architetto. 

D’Agostino si occuperà anche del progetto per gli alloggi di via Chiappara al Carmine e di 15 alloggi nei due isolati 2c e 2d che si trovano in una traversa di via Porta di Castro, tra il vicolo Placido Viola e il vicolo Quartararo, appena dietro la Questura. «In questo momento è un’area libera – afferma – nel senso che sono crollati tutti gli edifici. Le case saranno realizzate rispettando ovviamente la planimetria di quello che esisteva fino a qualche anno fa e assegnate in base alla graduatoria».


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