Nuova bravata del Governo Monti: salvare il Monte dei Paschi di Siena con i nostri soldi

Grande Sud, il movimento politico territoriale guidato da Gianfranco Miccichè, minaccia le “barricate in Parlamento e nelle piazze” per impedire, così come prevede il decreto-legge 87/2012 sul patrimonio pubblico, attualmente in discussione al Senato, l’utilizzo di fondi pubblici per salvare dal fallimento la banca Monte dei Paschi di Siena, guidata dall’ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo.

Il provvedimento del Governo prevede “la sottoscrizione, entro il 31 dicembre 2012, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di nuovi strumenti finanziari emessi dalla Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (MPS) computabili nel patrimonio di vigilanza fino all’importo di euro 3,9 miliardi di euro”.

Il leader del movimento arancione, nell’ultimo post del suo blog ‘Sud’, attacca: “Si riducono i fondi a Comuni, Province e Regioni per consentire loro di eliminare ulteriormente gli sprechi e ottimizzare al meglio le risorse a disposizione. Viene ridotta dolorosamente la spesa sociale perché ci è stato spiegato che lo Stato non è più in grado di sostenere i carichi economici di una volta. Deve essere fatto. L’Europa ci impone una rigidità assoluta legata a parametri di bilancio assolutamente inderogabili. Bene. Ma è inaccettabile – prosegue Miccichè – che, mentre si taglia nella carne viva della vita dei cittadini chiedendo ai cittadini sacrifici assoluti, il Governo presenta un decreto con cui si stanziano quasi 4 miliardi di euro per salvare una banca privata con i soldi pubblici”.

“Il Governo ci chiede di tagliare 7.000 posti letto nella sanità per risparmiare circa 4 miliardi e noi – sottolinea Miccichè – li regaliamo al Monte dei Paschi di Siena guidata dal banchiere che fu l’artefice della svendita del Banco di Sicilia. Non è tollerabile. Il governo si metta bene in testa che le banche possono fallire, gli italiani no”.

“Grande Sud – conclude il leader del movimento arancione – farà le barricate in Parlamento e nelle piazze per impedire che ciò possa avvenire”.


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