Due giorni di mostre e dibattiti che ruoteranno attorno al tema della transessualità, «confinato ai luoghi comuni e troppo poco conosciuto anche nella comunità lgbt», spiega l'ideatore Luigi Tabita. Madrina dell’evento Eva Robin’s, l’artista che per prima disse in tv di essere una transgender
Noto città gay-friendly, al via il festival Giacinto «Battaglie lgbt non possono essere di settore»
Noto si riconferma una città gay-friendly. Sabato 6 e domenica 7 agosto, per il secondo anno consecutivo, ospiterà il festival di informazione e approfondimento culturale Giacinto-nature lgbt. «È un momento di riflessione che non vuole essere qualcosa di esclusivo o ghettizzante, piuttosto un’occasione per approfondire aspetti e nodi ai quali solitamente si dà poca attenzione fermandosi, troppo spesso, solo agli stereotipi e ai pregiudizi. Le battaglie lgbt non possono essere di settore, ma devono riguardare tutti perché fanno fare dei passi avanti alla storia delle comunità». A parlare a Meridionews è l’attore Luigi Tabita, ideatore e direttore artistico del Giacinto festival che da sempre è impegnato in prima linea per le lotte sui diritti civili e le pari opportunità.
«Nella mitologia greca, Giacinto – spiega Tabita che ha scelto di dare questo nome alla manifestazione – era un bellissimo principe spartano amante di Apollo che fu ucciso da Zefiro, geloso di questa grande storia d’amore. Apollo, disperato, piange sul corpo dell’amato e le lacrime lo trasformano in questo strano fiore che è formato da tantissimi fiorellini. È un fiore plurale, come la comunità lgbt, per questo l’ho scelto – aggiunge – e ho voluto associarci la parola nature per smentire l’accusa che solitamente viene fatta alla nostra comunità, ovvero di essere contro-natura».
Una due giorni di lavori che ruoteranno soprattutto attorno al tema della transessualità che, come afferma Tabita, è «ancora confinato ai luoghi comuni e troppo poco conosciuto anche all’interno della comunità lgbt». Madrina dell’evento sarà Eva Robin’s, l’artista che per prima negli anni ’90 sdoganò l’argomento con il grande pubblico dicendo in televisione di essere una transgender.
Una mostra di documenti, foto e dossier di 50 anni di lotte e studi sul transessualismo in varie epoche e culture, raccolti dal Movimento identità transessuale di Bologna, sarà allestita nel cortile dell’ex Convitto Ragusa, palazzo storico nel cuore della città barocca. «Purtroppo non possiamo non ricordare che fino a non molto tempo fa i transgender venivano rinchiusi nei manicomi e la cosa grave – sottolinea Tabita – è che ancora oggi per l’Oms la transessualità è una malattia mentale, come lo era l’omosessualità fino al 1990».
Altri ospiti d’onore saranno Cori Amenta, una transgender netina famosa in tutto il mondo come shoes designer per le pop star mondiali, e Stefano Iezzi e Giacomo Capone, giocatori della prima squadra di rugby gay inclusiva che racconteranno alcune delle fiabe gender che il sindaco di Venezia «ha censurato come in una delle peggiori dittature, facendole bandire da scuole e biblioteche», afferma Tabita. La formula Coppia: sostantivo plurale permetterà a personalità del mondo delle istituzioni, della cultura e dell’associazionismo di sedersi attorno a un tavolo per discutere e confrontarsi. Coppie di fatto e famiglie omogenitoriali saranno gli argomenti di quest’anno «in seguito alla legge Cirinnà sulle unioni civili da poco approvata in Parlamento», spiega Tabita.
«Giacinto è per noi un’occasione per parlare con un pubblico trasversale ed eterogeneo, con la gente comune, con la signora Rosa e il signor Pino, con nonni, genitori e bambini. Siamo consapevoli – afferma – che il lavoro da fare su questi temi è ancora tanto e, in un Paese ancora troppo maschilista, etero-borghese e sessuofobo, la nostra scommessa è quella di coinvolgere anche gli eterosessuali, a partire dalle scuole. Quando gli stereotipi saranno scardinati – conclude Tabita – allora non ci sarà più bisogno di discoteche gay né di fare manifestazioni come questa».