Non una di meno, spazio femminista all’ex Hotel Patria «A Palermo cresce la consapevolezza, lo dice la piazza»

Un nuovo spazio femminista dentro l’ex hotel Patria, dove da novembre gli studenti e le studentesse dell’Università di Palermo sono in presidio permanente.
Spazio Rosalia, un nome che rimanda allo stesso tempo sia alle donne che al capoluogo regionale: «Abbiamo voluto dedicarlo a Rosalia perché uno dei simboli di Palermo – spiegano da Non una di meno – la città dove ogni giorno abbiamo scelto di lottare contro la violenza maschile e il sistema patriarcale, e perché lei, secondo quanto narrato, fuggendo da un matrimonio forzato ha dimostrato che ogni donna può liberarsi dal ruolo di vittima e può rendere la propria esistenza un esempio resistenza». Un luogo che quindi vuole essere «una casa base dove le donne si organizzano per la lotta e una sorta di ponte con i centri anti-violenza e con i consultori», spiega a Meridionews Claudia Borgia di Non una di Meno -Palermo.

Un luogo che risponde a una domanda sempre più crescente di risposte concrete alla violenza di genere e luoghi di partecipazione al femminile a livello globale, che si riflette anche a livello locale. «In una fase in cui gli spazi ci vengono sempre più negati – spiegano le attiviste – i consultori depotenziati
e svuotati del loro ruolo politico e sociale, i centri antiviolenza de-finanziati e il tema della violenza sulle donne strumentalizzato in chiave razzista e repressiva, abbiamo bisogno di nuove dimensioni in cui costruire gli strumenti dell’autodeterminazione». Anche se  lo spazio si prefigge di dare informazioni alle donne anche su contraccezione e prevenzione, precisa Borgia «di certo non si vuole sostituire ai consultori dove sono presenti anche medici. Anche se a Palermo c’è una carenza di luoghi deputati al momento: o stanno chiudendo o non sono disponibili tutti i giorni. Per questo abbiamo realizzato una mappatura dei consultori nella nostra città per sapere dove poter indirizzare chi ci chiede informazioni». Tante volte, racconta Borgia, non si sa che esistono luoghi gratuiti per effettuare delle visite o ricevere delle informazioni su prevenzione, anticoncezionali. 

Ma
Spazio Rosalia vuole essere anche un luogo di condivisione in uno spazio come quello dell’ex Hotel Patria, dove costruire un altro tipo di socialità «dove condividiamo le istanze delle donne in un luogo simbolo delle lotte studentesche, di cui abbracciamo anche il metodo – aggiunge Borgia – oggi pomeriggio alle 16.30 terremo un’assemblea per inaugurare lo spazio e ad aprirlo alle città e per organizzare le iniziative in vista dell’8 marzo. Una manifestazione per e con le donne palermitane, che ormai è diventato un appuntamento importante». Le donne che aderiscono al movimento si dicono consapevoli del fatto che il patriarcato che si vuole sradicare, strettamente legato con il tema della violenza di genere, è molto strutturato ed è difficile sconfiggerlo, ma il numero di persone che partecipano alle varie iniziative promosse e alle manifestazioni le incoraggia via via nel loro percorso: «IIl nostro messaggio è rivolto a tutte le palermitane, il patriarcato pervade le nostre vite quotidianamente ma attraverso il lavoro di confronto e le assemblee nelle scuole e nelle università, ogni giorno possiamo crescere e ad analizzare quali sono i problemi quotidiani da affrontare. C’è molta più consapevolezza e lo si vede soprattutto nei momenti di piazza: siamo sempre più numerose. Il nuovo spazio è in questa chiave anche un modo di riunire tutte le donne che vogliono aiutare e lottare insieme. In questi giorni preparatori all’apertura dello spazio, nelle assemblee, abbiamo visto che c’è un’ampia partecipazione, bella e soddisfacente».

All’interno si Spazio Rosalia c’è anche una sala studio una biblioteca femminista dove poter approfondire la storia delle lotte. «Abbiamo avuto un diretto confronto con le altre donne – conclude Borgia – che hanno
anche desiderio di conoscere cos’è il movimento femminista oggi, al di là della questione della violenza di genere. A livello globale si sente un cambiamento e una spinta da parte di tutte le donne, che sono il motore pulsante della lotta». 


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