No Muos, atto contro decenza: multa da 3 mila euro «Non pagherò, il mio fondoschiena vale molto di più»

Al momento è la denuncia più spudorata per il movimento No Muos. Questa mattina a un attivista ragusano, le cui iniziali sono G.G., è stato notificato un verbale di accertamento e contestazione di illecito amministrativo da parte del Commissariato di Niscemi. E fin qui nulla di strano, visto che la repressione per gli attivisti siciliani continua a mietere vittime sin dal 2014, quando sono cominciate ad arrivare le prime denunce per coloro che si battono contro il sistema di telecomunicazioni militare di proprietà della marina militare Usa. Sempre da Ragusa proviene un altro attivista che a luglio era stato multato per il possesso in auto di alcuni cd masterizzati

I nuovi fatti contestati all’attivista ragusano si riferiscono questa volta a una passeggiata in contrada Ulmo, a Niscemi, avvenuta in data 21 agosto. In quell’occasione, così legge nel verbale, l’uomo avrebbe violato l’art. 726 del codice penale. Cioè avrebbe commesso atti contrari alla pubblica decenza. E cosa avrebbe combinato lo sfrontato militante? Dal verbale si apprende che «il trasgressore, rivolgendosi a un operatore della Polizia Scientifica che stava effettuando il proprio servizio, pronunciava la frase “arripigghia chistu” (ovvero “riprendi questo”) e, contestualmente, gli voltava le spalle e si abbassava i pantaloni, mostrandogli il proprio sedere nudo. Il predetto ripeteva l’azione due volte. Il tutto in presenza di diverse persone che si accingevano a effettuare una manifestazione di protesta». 

Proprio il reato contestato è stato recentemente depenalizzato dal decreto legislativo 15 gennaio 2016, che commina una sanzione amministrativa compresa tra cinquemila e diecimila euro. Alla domanda se abbia intenzione di pagare immediatamente, l’attivista spiega che «i verbalizzanti mi comunicano che se pago la sanzione entro 60 giorni essa si ridurrà a 3.333 euro, cioè un terzo della cifra massima prevista». Per poi aggiungere sarcasticamente che« non ho intenzione di pagare un bel nulla. Anche perché non credo che la parte nascosta di me valga così poco».


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L'ennesima denuncia al movimento antimilitarista potrebbe diventare la più curiosa. A un attivista ragusano viene contestato di aver commesso «atti contrari alla pubblica decenza». Per aver mostrato a un agente della polizia scientifica, che stava riprendendo una passeggiata di attivisti, «il proprio sedere nudo» 

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