Niscemi, il Comune dà via libera a impianto di biogas Due avvocati: «Perché città non è stata informata?»

A Niscemi potrebbe nascere un nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti. La richiesta è arrivata al Comune da una ditta del Nord Italia, la Waste power, e la giunta guidata da Francesco La Rosa ha dato il via libera al progetto. Si tratta di un impianto anaerobico (quindi senza combustione) per la produzione di biogas ed energia elettrica partendo dai rifiuti organici, dagli sfalci del verde e da eventuali scarti agro-industriali. In totale 3.650 tonnellate all’anno. Il valore dell’opera è stimato in circa 1 milione e 800mila euro. E dovrebbe sorgere su un terreno di proprietà del Comune in contrada Pilacane, dove già si trova il Centro per il recupero dei rifiuti.

Il silenzio che finora ha avvolto l’intera vicenda non convince due avvocati di Niscemi, Marco Randazzo e Francesca Cinquerrui. I legali hanno depositato istanza di accesso agli atti per «verificare la legittimità del procedimento amministrativo avviato e la sussistenza di tutte le autorizzazioni prescritte dalla legge». «Perché – si chiedono – sindaco e giunta non hanno comunicato alla comunità la realizzazione dell’impianto, considerato che queste rappresentano scelte importanti per il futuro del paese?». La proposta della Waste power risale al novembre del 2015; ad aprile 2016 la società ha presentato il progetto di fattibilità definitivo che è stato approvato tre mesi dopo dal Rup (responsabile unico del procedimento). L’amministrazione, quindi, con delibera del 19 dicembre ha definito i criteri per la procedura aperta per l’assegnazione dell’appalto. Chi se lo aggiudicherà si impegna a realizzare l’impianto in 250 giorni a partire dalla consegna dei lavori, e in cambio potrà gestirlo per vent’anni, tenendo quindi sia gli introiti derivanti dal conferimento dei rifiuti, sia quelli che si aggiungeranno con la vendita dell’energia prodotta. Per un Comune smaltire la frazione organica nell’impianto di biogas costerà 85 euro a tonnellata, per il verde 40 euro. Il limite massimo, come detto, è di 3.650 tonnellate all’anno. 

E il Comune di Niscemi? Dovrà conferire per vent’anni la frazione organica nell’impianto («in misura non inferiore a duemila tonnellate annue», si legge nella bozza di convenzione) al prezzo di 80 euro a tonnellata, e gli sfalci da verde pubblico a 40 euro a tonnellata. Questi prezzi possono diminuire in caso di eventuali ribassi offerti dal privato in fase di gara. Dall’altra parte il Comune riceverà 15mila euro all’anno di royalties, una sorta di compensazione sotto forma di sconto sul conferimento dell’organico. Sulla base di queste informazioni, Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’Ambiente all’Università di Palermo, non valuta negativamente il progetto. «Parliamo di un processo che accelera la putrescenza dello scarto dei rifiuti senza bruciarli – spiega -. L’impianto dovrebbe essere alimentato dalla frazione che non è destinata al compostaggio. Questa parte del rifiuto genera in ogni caso esalazioni di gas che si disperderebbero nell’atmosfera. Un impianto a digestione anaerobica usa questi gas per trasformarli in energia. Ed è solo in questa fase, quindi a valle del processo, che avviene una combustione. Ma, considerate le dimensioni, non è impattante sull’ambiente. Certo – conclude, mettendo in guardia – bisogna vedere anche in che area e come viene realizzato per dire che non ci sono controindicazioni». 

Resta anche un’altra domanda. Perché la Waste power, start up con sede a Seregno (provincia di Monza e Brianza), avanza la proposta proprio a Niscemi? Il sindaco La Rosa dice di non saper rispondere al quesito. «Non li conosco, è una cosa di cui si sono occupati gli uffici tecnici – afferma -. Ma quando qualcuno propone dei vantaggi per la comunità di Niscemi, questa amministrazione non si tira indietro. D’altronde io ho sempre parlato di abbattere i costi dello smaltimento dei rifiuti, provando ad avere un ottimo servizio». L’assessore all’Ambiente Calogero Attardi racconta di aver conosciuto i rappresentanti dell’azienda alla fiera di Rimini, nell’estate del 2015, quando il Comune di Niscemi è stato premiato tra quelli ricicloni. «Hanno avvicinato me e il sindaco per proporci questo progetto che adesso sta andando in porto – spiega -, ma anche altre aziende hanno avanzato dei progetti che stiamo valutando». La Waste power è stata fondata nel settembre del 2015 e ha come amministratrice unica Eleonora Benedetti, che fa parte della famiglia che gestisce il gruppo Idrodepurazione, tra le principali società in Italia di ingegneria ambientale. «È specializzato – si legge nel sito – nella progettazione e realizzazione di soluzioni sostenibili per la creazione di energia e la tutela ambientale. Sviluppa, oltre agli impianti mobili e compatti, sistemi per la purificazione dell’acqua, trattamento delle acque reflue civili e industriali e il riutilizzo, deodorizzazione dell’aria, trattamento dei rifiuti solidi organici e per la produzione di biogas».


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