Il vertice a Palazzo d'Orleans si chiude con una stretta di mano tra il governatore e gli assessori più vicini al premier. Tutti ancora allo stesso tavolo, nonostante il duro botta e risposta degli ultimi giorni, e governeranno insieme «fino alla naturale scadenza della legislatura»
Nessuna campagna elettorale alle porte Tregua tra Crocetta e i renziani in giunta
Un pomeriggio a porte chiuse e telefoni staccati. Finisce così la resa dei conti tra Rosario Crocetta e Davide Faraone, all’indomani della Leopolda in salsa sicula. Un confronto chiesto dal governatore dopo il pesante bilancio di questa legislatura tirato dal sottosegretario all’Istruzione dal palco delle ex officine Sandron, a Palermo, che sarebbe dovuto avvenire nella tarda mattinata, ma che è stato spostato al pomeriggio a causa di un pranzo convocato da Faraone coi suoi uomini in giunta.
Finisce con una stretta di mano, insomma, l’ultima resa dei conti tra il primo inquilino di palazzo d’Orleans e gli uomini del proconsole di Renzi in Sicilia, l’assessora all’Energia, Vania Contrafatto, al Bilancio, Alessandro Baccei, alla Salute, Baldo Gucciardi, al Turismo, Anthony Barbagallo e al Territorio, Maurizio Croce.
«Un confronto utile e proficuo – ha assicurato Crocetta – nel corso del quale è stata ribadita l’incisività dell’azione di governo che ha consentito di raggiungere importanti obiettivi come il risanamento dei conti, il rilancio dell’economia e una crescita complessiva della Regione». Insomma, tra le righe si legge chiaramente che nessuno è ancora pronto per affrontare una nuova campagna elettorale (Faraone ha detto dal palco della Leopolda che il candidato «sarà uno dei nostri») e che forse è meglio governare ancora insieme, in attesa della fine della legislatura.
Non a caso, il comunicato di palazzo d’Orleans si chiude confermando «la volontà di continuare questo percorso già avviato insieme al presidente Crocetta fino alla naturale scadenza della legislatura».