«Non siete stati capaci né voi in questi mesi di amministrazione né la vecchia amministrazione in cinque anni a chiudere il cancello dell’isola ecologica, diventata grazie a voi luogo di spaccio, di coppiette che si vogliono appartare in tutta tranquillità e di vandalismo. Non sono rimasti nemmeno gli infissi! Vergogna! Questa è la decima segnalazione che facciamo». Con queste dure parole i gestori della pagina Facebook dedicata alla città, Catania, che conta oltre 87mila fans, denunciano la situazione dellisola ecologica di Nesima. Uno spazio mai entrato in funzione, ma che è stato costruito nel 2007 dallAto Catania Ambiente con fondi comunitari al fine di incrementare la percentuale di raccolta differenziata.
In questi anni, l’assenza di un servizio di vigilanza ha permesso che i vandali e i ladri ne potessero fare un luogo di degrado e abbandono. Poco o nulla è rimasto infatti. Sono stati rubati tutti gli infissi, nonché tutte le porte e le finestre. Mancano anche i lampadari e molte parti in ferro. È il caso del cancello perimetrale, di cui è rimasto solo qualche pezzo insieme ai perni che tenevano gli altri, e della grata di scolo per lacqua subito dopo il cancello dingresso, che si apre semplicemente spingendolo. Ed è il caso anche di tutti i tombini presenti alinterno della zona, eccetto uno.
Tanta la spazzatura dentro e fuori il perimetro dellisola ecologica e la sterpaglia che nel frattempo è cresciuta indisturbata nel piazzale. Rimangono sporchi e abbandonati tra le piante alcuni cassonetti per i rifiuti che qualcuno ha pensato di abbellire dando loro dei nomi, così come hanno pensato di modificare laspetto della struttura con murales più o meno grandi. «È uno schifo. È una terra di nessuno», commenta un residente.
Quello che doveva essere uno dei fiori allocchiello della città insieme alle isole ecologiche di Pantano Darci, viale Tirreno e quella di prossima apertura a Picanello – «Mancano pochi lavori, apriremo tra poche settimane», promette lassessore allEcosistema urbano, Rosario DAgata – si è trasformato in unennesima incompiuta cittadina, rendendo il quartiere un po più degradato.
E non solo dellisola ecologica che non cè si lamentano i gestori della pagina Catania. Mancano i servizi come le bambinopoli – «Non ne abbiamo nemmeno una a distanza di chilometri», scrivono – come la pulizia e la cura del verde pubblico. «Ma perché realizziamo ancora opere senza un briciolo di verde? Quattro alberelli in una via continuamente battuta dal sole, per i bimbi stessi, è chiedere troppo?», concludono. La risposta dell’amministrazione comunale non è incoraggiante: per avere una soluzione al problema si dovrà ancora aspettare. «Sappiamo che servono 100mila euro, ma non sappiamo ancora da dove reperirli. Vediamo magari nel bilancio dellanno prossimo», spiega Rosario DAgata.
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