Connettività come servizio fondamentale per i cittadini, recita il programma del M5s. Ma nel Comune che amministra non si è riusciti a garantire il servizio, come invece promesso in campagna elettorale. Il primo cittadino prende tempo. L'ex assessore: «Per alcuni punti non servono interventi strutturali, basta la volontà»
Nella Gela dei Cinquestelle non c’è il wifi libero Sindaco: «C’è rischio terrorismo, serve un anno»
«I ragazzi che vengono qui a studiare ci chiedono subito se c’è la connessione wifi. Appena gli rispondiamo di no, molti vanno via». La frase viene biascicata dalle dipendenti della biblioteca comunale di Gela con un misto di amarezza e rassegnazione. Eppure Gela è un Comune a Cinque stelle, in attesa del responso del blog di Beppe Grillo sull’annunciata espulsione del sindaco Domenico Messinese. Ma nella città del golfo non c’è spazio per il wifi libero.
Il Movimento, si sa, nasce e cresce grazie al web. Nel programma elettorale un apposito punto è dedicato alla connettività. Dove prima si ricorda che «l’Italia è il Paese con la maggiore diffusione di smartphone al mondo, ma le pubbliche amministrazioni hanno utilizzato questo canale con i cittadini in modo assolutamente scarso». Per poi indicare una serie di priorità, tra le quali la prima (e la più facile) è quella di «ampliare il wi-fi pubblico gratuito a bassa emissione nei principali luoghi pubblici». Invece zero connessione in biblioteca, così come alla stazione dei treni, dove sarebbe molto utile poter consultare gli orari. Al momento la rete pubblica è garantita solamente al Comune, ma basta spostarsi di qualche metro e il segnale da debole si fa inesistente. Dovrebbe essere garantita la connessione anche in un tratto del quartiere Macchitella e su parte del lungomare, ma negli ultimi tempi, complici probabilmente le forti raffiche di vento, chi vuol collegarsi ad internet rimane a bocca asciutta.
Il provvedimento era stato lanciato a luglio del 2014 dall’ex amministrazione Pd. Poi il vuoto. «Quelle sono misure spot che non servono a nulla», spiega Messinese, che, prima di diventare sindaco, come responsabile della progettazione Telecom Italia sempre nel 2014 aveva fatto in modo di garantire alla città la fibra ottica e una velocità di navigazione fino a 100 megabyte al secondo (per i privati, ovviamente). «Per un progetto serio e ampio di copertura pubblica ci vuole un anno. E poi in questo momento c’è il rischio terrorismo, io devo tutelare l’ente comunale e i cittadini».
Il primo cittadino è un ingegnere informatico, così come l’ex assessore ai Lavori pubblici Nuccio Di Paola, silurato durante il periodo natalizio. Poi c’è Eugenio Catania, neo assessore al Controllo del territorio, salito alla ribalta delle cronache locali per aver fondato il gruppo Facebook Gelabrainstorming. Insomma: una giunta che conosce il tema. E che però finora, inghiottita dalle emergenze, non ha provveduto a colmare il gap comunicativo anche rispetto a Comuni vicini e più piccoli. Interpellato da Meridionews, Di Paola contraddice la linea di Messinese. «È paradossale che in una città come Gela non ci debbano essere punti con accesso libero ad internet. Per attivare il wifi libero in alcune zone non ci vogliono interventi strutturali, basta un po’ di volontà».