«È un omaggio al teatro, anzi è un atto d'amore». È così che Emanuele Puglia e Cosimo Coltraro hanno definito la pièce diretta da Angel Perricet che porta in scena la varietà della tv di altri tempi
Nati in bianco e nero, lo spettacolo al teatro Brancati «Sul palco la nostalgia per un mondo che non c’è più»
Nati in bianco e nero – Piccolo, involontario Varietà è il nuovo spettacolo in scena al teatro Brancati di Catania, che vede insieme la coppia di
attori etnei Emanuele Puglia e Cosimo Coltraro.
La pièce, su testo scritto dallo stesso Emanuele Puglia, è diretta da Angel Perricet e si avvale
dell’accompagnamento musicale alla fisarmonica digitale del maestro Anselmo Petrosino, assieme
alla voce fuori campo di Luca Micci.
Protagonisti della scena due ex-giovani attori di provincia – Emanuele Salento e Cosimo Cappotto – che, disillusi dall’andazzo contemporaneo del mondo dello spettacolo, ripercorrono i bei tempi
andati del varietà della tv in bianco e nero e propongono una carrellata di sketch e cavalli di
battaglia delle coppie comiche più celebri a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 (Franco e Ciccio, Ric e
Gian, Cochi e Renato, Chiari e Rascel), ma anche quelle della cinematografia del
passato, come Stanlio e Ollio.
«Lo spettacolo – spiegano i due attori – è un omaggio al teatro, anzi un atto d’amore; è il desiderio
di cimentare la nostra maturità artistica con la nostalgia per un mondo che non c’è più che vogliamo
rievocare e proporre anche alle nuove generazioni. È uno spettacolo che esprime anche la nostra
voglia di divertirci e far divertire».
E hanno pienamente ragione visto che i due, oltre a divertirsi
davvero, fanno anche sorridere il pubblico.
Nati in bianco e nero – Piccolo, involontario Varietà è uno spettacolo accattivante e coinvolgente
che merita, senza ombra di dubbio, di approdare ad altri palcoscenici. Al centro della scena non ci
sono soltanto i grandi del passato, che vengono reinterpretati di volta in volta dai due protagonisti,
ma c’è anche la vita, reale e non proprio facile, degli attori, soprattutto se si è nel pieno di una
pandemia mondiale e ai soliti problemi (ricerca di scritturazioni, impresari furbetti e mancati
pagamenti) si aggiungono anche quelli legati all’emergenza sanitaria (sostegni economici non
sufficienti, repliche annullate e sale vuote nonostante la tanto attesa possibilità di riempirle al
100 per cento).
Sull’impianto scenico di Vincenzo La Mendola, in un continuo e incessante cambio d’abiti, affidato
al gusto delle inossidabili sorelle Rinaldi, Salento e Cappotto danno vita a numerose e applaudite
gag che mantengono desta l’attenzione per tutta la durata dello spettacolo coinvolgendo sempre lo
spettatore senza mai annoiarlo. A tutto ciò contribuisce, oltre all’affiatamento spontaneo e alla
complicità che sgorga naturale, la grande amicizia che lega i due attori che, anche se ormai in
bianco e nero, mantengono sempre inalterato il loro fascino e confermano la loro bravura.