Prendendo spunto dalla figura storica che ha dato il nome allo spazio alle spalle del Politeama, un ribelle protagonista dei moti del '48, sono stati affissi dei piccoli manifesti con delle scritte per il rispetto degli spazi comuni. Inoltre sono iniziati giovedì scorso eventi previsti fino a dicembre
Nasce l’associazione Piazzetta Bagnasco, cartelli sulle fioriere Il presidente: «La rivoluzione da fare ora è quella del decoro»
Negli ultimi anni sono diverse le associazioni nate con l’obiettivo di riqualificare la città. Una rete di idee e progettualità sostenuta dall’amministrazione comunale che ha aperto un dialogo con il territorio. L’ultima in ordine di tempo è l’associazione Piazzetta Bagnasco, presieduta da Donato Didonna. «Il Comune ha fatto la sua parte ripavimentando la piazza – spiega Didonna – il tema adesso è quello di mantenerla. Ci siamo costituiti in associazione e siamo diventati un interlocutore dell’amministrazione comunale, che finora è stata abbastanza disponibile». Sono stati diversi gli incontri con il vicesindaco Fabio Giambrone e con il presidente della Rap Giuseppe Norata, oltre che con i vertici dei vigli urbani. «Abbiamo cercato di mettere in piedi un progetto culturale, che comprendesse anche l’arredo urbano della piazza», aggiunge il presidente dell’associazione. Quando piazzetta Bagnasco sarà definitivamente pedonale, «questo diventerà il luogo di attività culturali e artistiche – spiega – Immaginiamo ad esempio del cinema all’aperto con la cuffia. Chi vuole può portarsi dietro la sedia o un cuscino, o ancora una stuoia».
Un’iniziativa che prende spunto dalla storia. Francesco Bagnasco era un rivoluzionario palermitano «che innovò la comunicazione della ribellione – ripercorre Didonna – La notte tra il 9 e il 10 gennaio del 1848 affisse dei manifesti, con la colla di farina, che in modo provocatorio dicevano che giorno 12 gennaio, anniversario di re Ferdinando II di Borbone, la monarchia sarebbe caduta perché il sovrano non concedeva la Costituzione. Questo contribuì a innescare a piazza Fieravecchia i moti rivoluzionari del ’48. Palermo fu la prima città d’Europa in cui scoppiò la scintilla. 170 anni dopo la rivoluzione da fare è quella del decoro». Per questo sulle fioriere sono stati affissi dei manifestini che riportano la scritta: «Questa è una fioriera e non una pattumiera» e dietro c’è la storia di Francesco Bagnasco. Un’altra caratteristica di questa associazione è che vuole raccogliere i vari portatori di interesse sul territorio: commercianti, residenti e anche chi la fruisce. «La piazza diventerà più attraente e ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei salotti di Palermo».
Le criticità non mancano, ci sono problematiche di svariata natura dal ristorante che emette fumi al rumore di un altro locale. Per questo, tra le varie iniziative ci sono le serate danzanti a decibel zero, grazie a cuffie tre colori, con tre musiche diverse e le persone intervenute possono riunirsi con chi ascolta la stessa musica. Previsto un ricco calendario di eventi iniziato giovedì scorso con l’iniziativa che ha fatto rivivere nella piazzetta le Arie del sorbetto. Giovedì prossimo alle 19 si presterà un libro Armi, acciaio e malattie. Ma il progetto continua fino a dicembre. Tra i vari eventi previsti anche quella di «chiedere ai giovani cervelli che vanno via da Palermo, e che solitamente tornano in estate, di raccontare ai ragazzi che sono rimasti qua qual è stato il segreto del loro successo – conclude Didonna – ma anche le loro motivazioni personali oltre che al percorso di studi intrapreso».