Un laboratorio di ricerca all’avanguardia venduto online sul portale internet di un gruppo immobiliare, prezzo fissato: nove milioni di euro. La struttura in questione è il polo direzionale di ricerca medica Myrmex, costruito su una superficie totale di oltre 11mila metri quadrati con 50 posti auto. A scoprire l’annuncio sono stati i 62 lavoratori dell’azienda licenziati ufficialmente da oggi e che presidiano i cancelli dello stabilimento che si trova alla zona industriale di Catania.
«Un colpo di scena», lo definisco i diretti interessati. Sono rimasti di stucco dopo che ormai da mesi propongono l’acquisto dell’azienda al costo simbolico di un euro. Lo stesso prezzo con cui l’aveva fatta sua, in passato, l’avvocato Gian Luca Calvi. L’imprenditore, originario della Lombardia, stipulò con la Regione siciliana un accordo che lo impegnava a mantenere il personale fino al settembre 2013. La cassa integrazione per i lavoratori è iniziata cinque mesi dopo. Dei numerosi piani industriali, proposti in due anni, nessuno è stato mai attuato.
A quanto pare il tentativo di piazzare online il polo sarebbe iniziato già da tempo: «Si trattava di una vendita mirata, che abbiamo tentato di portare a termine senza riuscirci – spiega uno degli agenti che si è occupato della proposta immobiliare finita sul web -. Cercavamo una clientela specializzata ma le aziende del settore, tra le quali alcune estere, hanno deciso di non investire».
A far visita ai locali finiti in vendita sul portale del colosso RE/MAX, gruppo internazionale presente in 100 nazioni al mondo con una catena in franchising, sono stati oggi i rappresentanti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che insieme ai dirigenti di Myrmex. I ricercatori hanno accolto le delegazioni intonando lo slogan: «Vergogna, vergogna! La Myrmex è nostra». «Il clima di tensione è in aumento; ogni giorno che passa è uno schiaffo alla volontà di salvare posti di lavoro e laboratorio», spiegano il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, la segretaria confederale della Cgil Margherita Patti e il segretario generale della Filctem Cgil Catania Peppe D’Aquila.
Il tempo, secondo i rappresentanti dei lavoratori, sembra scorrere ormai in maniera inesorabile, tra promesse, incontri, ansie e progetti mancati. L’unico destino, al momento, sembrerebbe la vendita ma non alla cooperativa costituita dai lavoratori licenziati: «Se così fosse sarebbe la prova che quando denunciato corrisponde a verità. Sulla Myrmex ci sarebbe, sino alla fine, una speculazione finanziaria e non certo un’operazione di rilancio imprenditoriale».
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