Muspat, il museo virtuale dove le foto dei rifiuti di Palermo diventano opere d’arte «Smuovere tutti dall’indifferenza»

Water, divani, porte di bagni isolati e abbandonati per strada che si cristallizzano con il centro urbano, finendo per somigliare a delle installazioni d’arte kitsch. C’era già stato chi ha pensato di creare una mostra con gli oggetti abbandonati in discarica, ma nel caso del Muspat – museo-pattumiera a cielo aperto – la trovata assume un tono satirico e ambisce anche a strappare qualche risata. Il Muspat, museo spontaneo della neo avanguardia trash Palermo, si può visitare sulle pagine Facebook e Instagram. Qui vengono pubblicate le foto degli oggetti abbandonati per le strade di Palermo, che diventano delle opere d’arte con tanto di titolo e versi di qualche canzone abbinati. Non mancano nemmeno le immagini con allegati alcuni riferimenti ad artisti come Joan Mirò e Salvador Dalì o al filosofo Martin Heidegger. Il museo è spontaneo, gli utenti, con i loro scatti degli ingombranti abbandonati che inviano alla pagina, diventano gli espositori. Dietro l’ironia, c’è il forte atto di denuncia che l’ideatore Giuseppe Bonomo lancia sia agli incivili che abbandonano i rifiuti per strada sia all‘amministrazione comunale. Della sua idea, che sta coinvolgendo sempre più palermitani, Bonomo ne ha parlato ai microfoni di Radio Fantastica, all’interno della trasmissione FantaMagazine.

«Un giorno mi sono ritrovato vicino a un albero con accanto la tazza di un wc – racconta Bonomo – da lì ho pensato che si doveva fare una cosa del genere. Viviamo nell’orrore, dove qualsiasi cosa si abbandona per strada: con questa iniziativa cerchiamo di lanciare un messaggio, sperando che, oltre a strappare una risata, possa essere utile in futuro al rispetto del bene pubblico e al decoro». Una delle immagini che ha riscosso più successo è Sognando California, il titolo che riprende la celebre cover dei Dik dik che dà il nome alla foto di un wc abbandonato che guarda il mare dell’Addaura. «Il principio fondamentale è smuovere tutti dall’indifferenza – dice Bonomo – se da questo si passa all’indignazione e, nemmeno con l’indignazione si riesce a scuotere le coscienze, almeno – conclude – ci resta una risata su l’inciviltà».


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